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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
09.05.2025 Un pezzo d’occidente è seduto in una nota taverna napoletana
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 09 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Il premio Pulitzer al poeta che considera gli ostaggi israeliani “assassini” e dubita che i Bibas siano stati strangolati»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/05/2025, a pagina 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Il premio Pulitzer al poeta che considera gli ostaggi israeliani “assassini” e dubita che i Bibas siano stati strangolati"

Informazione Corretta
Giulio Meotti
Hamas hostage condemns Pulitzer prize awarded to sceptic
Dagli Oscar ai Pulitzer, premiano gli amici del terrorismo! Emily Damari, ex ostaggio di Hamas, critica l’assegnazione del Pulitzer a Mosab Abu Toha, poeta palestinese che ha definito gli ostaggi israeliani prigionieri e assassini

Roma. “Cari membri del consiglio direttivo dei Pulitzer Prizes, mi chiamo Emily Damari. Sono stata tenuta in ostaggio a Gaza per 500 giorni. La mattina del 7 ottobre, ero a casa nel kibbutz Kfar Aza quando i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione, mi hanno sparato e trascinata oltre il confine, a Gaza. Ero una dei 251 uomini, donne, bambini e anziani rapiti quel giorno dai loro letti, dalle loro case e da un festival musicale”. Damari ha continuato a descrivere il suo calvario: “Per quasi 500 giorni sono stata affamata, maltrattata e trattata come se fossi meno che umana. Ho visto amici soffrire. Quindi immaginate il mio choc e il mio dolore quando ho visto che avete assegnato il Premio Pulitzer a Mosab Abu Toha. Quest’uomo, a gennaio, ha messo in dubbio la mia prigionia. Ha pubblicato un post su di me su Facebook e chiesto: ‘Come diavolo si fa a chiamare questa ragazza ostaggio?’”. Abu Toha aveva pubblicato un post su Damari il 24 gennaio 2025: “Come diavolo si fa a chiamare questa ragazza ostaggio? Questa è Emily Damari, una soldatessa israelo-britannica di 28 anni… Quindi questa ragazza viene chiamata ‘ostaggio’? Questa soldatessa che si trovava vicino al confine con una città che lei e il suo paese hanno occupato viene chiamato ‘ostaggio’?”. Il Pulitzer è stato assegnato questa settimana al poeta palestinese Mosab Abu Toha. La ong HonestReporting ha chiesto la revoca del prestigioso premio. Toha ha conseguito il massimo riconoscimento giornalistico per i suoi articoli sul New Yorker che descrivono la guerra a Gaza.

Ma a quanto pare, sia la rivista sia il comitato del Pulitzer non hanno controllato sui social i post di Toha. Un post analogo del vincitore del premio, pubblicato il 3 febbraio2025, prendeva di mira l’ex ostaggio israeliano Agam Berger: “L’‘ostaggio’ israeliano Agam Berger, rilasciata giorni fa, partecipa alla cerimonia di diploma della sorellain un corso per ufficiali dell’Aeronautica militareisraeliana. Questi sono coloro per cui il mondo

vuole esprimere solidarietà, assassini che si arruolano nell’esercito e hanno parenti nell’esercito!”.

Forse non è un caso che i Pulitzer sono amministrati dalla Columbia University, l’ateneo più compromesso dopo il 7 ottobre con le manifestazioni filopalestinesi e filo Hamas. “Affermate di onorare il giornalismo che difende la verità, la democrazia e la dignità umana, eppure avete scelto di dare voce a una voce che nega la verità, cancella le vittime e profana la memoria degli assassinati”, conclude Emily Damari. “Onorandolo, vi siete uniti a lui nell’ombra del negazionismo. Questa non è una questione politica. E’ una questione di umanità. E oggi avete fallito”. Mosab Abu Toha ha anche messo in dubbio le prove forensi che dimostrano che i bambini Bibas – Kfir di 9 mesi e Ariel di 4 – sono stati uccisi dai loro sequestratori. Il 21 febbraio 2025 lo scrittore ha postato quanto segue sui media che hanno riferito dello strangolamento dei Bibas: “Se non avete visto le prove, perché l’avete pubblicato? Ebbene, ecco cosa siete: gente lurida”. Ha anche messo in dubbio che gli ostaggi siano stati torturati: “Avete visto segni di tortura?”.

Non si sa neanche quanti dei 58 israeliani ancora prigionieri a Gaza siano vivi. Ma agli occhi del Pulitzer (e di un bel pezzo di coscienza colta che conta), nessun israeliano può essere ostaggio. Un pezzo d’occidente è seduto in una nota taverna napoletana.

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