Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L’Occidente negozia con l’Iran Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 08 maggio 2025 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «L’occidente negozia con un regime che trama omicidi nelle nostre città»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/05/2025, a pagina 2, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "L’occidente negozia con un regime che trama omicidi nelle nostre città"
Giulio Meotti
L'Occidente, a partire da Trump, vuole trattare con l'Iran. Proprio mentre il regime degli ayatollah si prepara a colpire l'europa con nuovi attentati. Come quello sventato in Inghilterra, grazie all'arresto preventivo di una cellula di iraniani.
Un attacco terroristico iraniano sarebbe stato lanciato sul suolo britannico se numerosi cittadini iraniani non fossero stati arrestati sabato in diverse località dell’Inghilterra, in quella che il ministro dell’Interno ha descritto come “una delle più grandi operazioni antiterrorismo degli ultimi anni”. L’obiettivo poteva essere una sinagoga o un altro sito della comunità ebraica. Ken McCallum, direttore dell’MI5, ha dichiarato che venti complotti orditi dall’Iran sono stati sventati dal gennaio 2022. Nel marzo 2024, Pouria Zeraati, giornalista di Iran International con sede a Londra, è stato accoltellato. L’arresto di otto uomini – sette dei quali cittadini iraniani – in due distinte operazioni antiterrorismo è un agghiacciante promemoria del fatto che la Repubblica islamica non è una minaccia lontana. E’ qui, radicata nelle nostre città, a sondare i limiti del nostro diritto, della nostra pazienza e della nostra volontà di difendere la nostra integrità democratica.
L’agenzia di sicurezza svedese ha da poco avvertito che l’Iran è coinvolto in un attacco alle ambasciate israeliane di Stoccolma e Copenaghen. La Svezia ha ipotizzato un coinvolgimento iraniano anche nell’uccisione del rifugiato iracheno Salwan Momika, che aveva incendiato il Corano. Come gli attacchi pianificati (e in parte realizzati) a tre sinagoghe nella Renania settentrionale e al presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster. Il killer in questo caso doveva essere il tedescoiraniano Ramin Yektaparast, che reclutò un conoscente (anch’egli tedesco- iraniano) per l’attacco alla sinagoga di Bochum. Un altro progettò un attacco alla sinagoga di Dortmund. Poi quattro colpi contro la sinagoga di Essen e l’abitazione del rabbino locale. A settembre, investigatori in Germania e Francia hanno rivelato che agenti iraniani hanno assunto criminali per sorvegliare ebrei e attività commerciali ebraiche a Parigi, Monaco e Berlino negli ultimi mesi.
Poi c’è la presa di ostaggi: non una semplice tattica, ma una firma della Repubblica islamica. Una lunga lista di cittadini britannici sequestrati dall’apparato di sicurezza di Teheran, un elenco di nomi che il pubblico conosce a malapena. Nazanin Zaghari-Ratcliffe, arrestata nel 2016 mentre era in visita ai famigliari e detenuta per sei anni; Anoosheh Ashoori, tenuto in ostaggio dal 2017 al 2022, arrestato durante un viaggio per andare a trovare la madre; Kamal Foroughi (2011-2018), detenuto a Teheran con accuse infondate di spionaggio; Morad Tahbaz (2018-2023), ambientalista con doppia cittadinanza britannica e statunitense, lasciato a languire per cinque anni; Mehran Raoof (2020-oggi), attivista per i diritti ancora detenuto nel carcere di Evin con scarso clamore internazionale; Kameel Ahmady (2019-2020), antropologo accusato di aver collaborato con “governi ostili”, rilasciato su cauzione; e Ana Diamond (2016), accademica anglo-iraniana sottoposta a isolamento e finta esecuzione prima del rilascio.
Negli Stati Uniti, agenti iraniani hanno complottato per assassinare l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, rapire o uccidere la giornalista Masih Alinejad e il romanziere Salman Rushdie.
Uno stato terroristico che opera impunemente sotto il manto della diplomazia. L’occidente negozia con un regime che trama omicidi nelle nostre città mentre arricchisce l’uranio per garantirsi immunità permanente. La Repubblica islamica ha messo alla prova ogni limite della tolleranza occidentale e l’ha trovata elastica. I suoi agenti affilano i coltelli nelle capitali europee mentre i suoi diplomatici sorseggiano caffè conversando educatamente con i nostri diplomatici.
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