Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La sinistra dimentica il popolo e perde Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 07 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Francia, Romania, Usa, Germania... La sinistra ripete il solito errore: dimentica il popolo e perde»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 07/05/2025, a pag. 1, con il titolo "Francia, Romania, Usa, Germania... La sinistra ripete il solito errore: dimentica il popolo e perde", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
In Germania nasce il governo di "grande coalizione", ma già parte zoppo perché la maggioranza va sotto, nel primo voto di fiducia. Perché include un partito sconfitto nelle elezioni: l'Spd. La sinistra commette sempre lo stesso errore: se il popolo vota a destra, allora condanna il popolo. E alle urne, ovviamente, perde.
Ogni volta lo stesso clamoroso errore e la medesima coazione a ripetere, dalla Germania alla Romania passando per la Francia: puntare la telecamera sui politici, sui partiti “sgraditi”, sui leader da fare oggetto di improbabili “cordoni sanitari”, anziché sugli elettori, le loro attese, le loro ragioni e le loro paure.
Negli Usa è andata così: nell’ultima campagna elettorale Trump parlava agli americani di immigrazione ed economia, mentre gli avversari - ossessivamente - si occupavano solo di Trump. E il risultato si è visto: lui connesso con la common people e dunque vincente, gli altri sconnessi e dunque fuori partita.
Mutatis mutandis, in Ue sta succedendo qualcosa di analogo. In Germania, AfD si rivolge ai tedeschi e parla dei loro problemi, a partire dall’immigrazione fuori controllo, mentre gli altri si occupano di AfD per demonizzarla. In Francia, Le Pen e Bardella parlano di cose concrete, mentre gli altri si occupano di ostracizzarli. Stessa situazione in Romania: con la cosiddetta “ultradestra” (così definita per far partire già dalle denominazioni il processo dí mostrificazione) che parla di programmi e tutti gli altri impegnati ad aggredire prima Georgescu e ora Simion.
Il risultato è già scritto: in Germania, la formazione guidata da Alice Weidel è passata dal 20% delle elezioni di febbraio al 26% fotografato dagli attuali sondaggi; in Francia, come Libero vi ha raccontato ieri, i sondaggi vedono Bardella vincitore di ogni possibile ballottaggio presidenziale; in Romania, Simion ha raccolto al primo turno un risultato addirittura doppio rispetto a quello registrato da Georgescu a fine 2024.
PRINCIPI E BUON SENSO
In altre parole, se non fossero i princìpi e l’amore per la libertà a sconsigliare atteggiamenti intolleranti, dovrebbe essere almeno il buon senso- per gli avversari di queste formazioni- a suggerire un comportamento non isterico, ad aggiustare la propria offerta politica, a non lasciare senza risposta le istanze dei cittadini.
E invece no: si prosegue con gli esorcismi e gli anatemi, non comprendendo come tutto ciò risulti non solo inefficace ma addirittura controproducente, perché sposta lo stigma e la criminalizzazione verso i cittadini, gli elettori, il demos. Cosa dice a se stesso - infatti - l’elettore non di sinistra rumeno, tedesco, francese? Di tutta evidenza, si sente oggetto di una prepotenza inaccettabile da parte di coloro contro cui ha votato. E, non appena ne ha l’occasione, si preparerà a punirli un’altra volta nelle urne. Sarà indotto - e come dargli torto? - a radicalizzare la sua posizione, a difenderla come punto d’onore, a fare del suo partito una bandiera da difendere perfino al di là del merito, dei programmi, delle questioni sul tappeto.
OCCHIO AGLI ESPERTI
Vedrete che i soliti “esperti” (quelli che non hanno capito niente, dal 2016 a oggi, di Brexit, di Trump, dell’ascesa dei cosiddetti “populisti”) cominceranno a parlare delle loro bestie nere come di formazioni consistenti ma “isolate”. Ah sì? A essere isolati - a ben vedere - sono coloro che si mostrano scollegati dal sentimento popolare. E che insistono in una lettura metodologicamente capovolta della politica: partono cioè dai partiti e dalle loro geometrie anziché dai messaggi degli elettori.
Ora, è ovvio - per chiunque non sia un avventurista irresponsabile che una serie di materie scottanti (contrasto all’immigrazione illegale, critica all’Ue, proposte sulla sicurezza) vadano incanalate verso soluzioni ragionevoli e praticabili. Occorre cioè offrire agli elettori lo sbocco di soluzioni realistiche. Ma il punto di partenza è aprire gli occhi e le orecchie, sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda dei cittadini, e non ostinarsi a marciare contromano in autostrada rispetto al sentimento popolare.
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