Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il nostro Ministro degli Esteri Tajani dà i numeri! Scriviamogli! Commento di Pietro De Leo
Testata: Libero Data: 06 maggio 2025 Pagina: 6 Autore: Pietro De Leo Titolo: «L’opposizione approfitta per attaccare «La premier parli della strage a Gaza»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/05/2025, a pag. 6, con il titolo "L’opposizione approfitta per attaccare «La premier parli della strage a Gaza»" la cronaca di Pietro De Leo.
Pietro De Leo
L'opposizione approfitta della guerra a Gaza per farneticare. Ora Elly Schlein vuole che il governo condanni "l'operazione di occupazione e deportazione del popolo palestinese". Ma anche la risposta di Tajani (qui fotografato con Abu Mazen) non scherza, quanto a surrealismo: la solita formuletta dei "due popoli in due Stati". Una favola a cui non credono più nemmeno gli stessi arabi.
La posizione del governo italiano su Gaza è stata di nuovo espressa ieri, molto chiaramente, dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Il nostro obbiettivo - ha detto - è quello di due popoli e due Stati e siamo, come siamo sempre stati, a favore del progetto egiziano per la ricostruzione di Gaza».
Dunque, nessun appoggio a intendimenti di trasferire i gazawi altrove come manifestati tempo fa dal Presidente americano Donald Trump e tornati ieri al centro del confronto per iniziativa del premier israeliano Benjamin Netanyahu. A sinistra, però, da ieri pomeriggio è un tiro al bersaglio contro il governo, nel tentativo (già esplorato in questi anni) di trovare compattezza attorno al dossier medio orientale, tanto che Pd, Movimento 5 Stelle e Avs avevano presentato una mozione unitaria. A non fare risparmio di retorica ostile è, come sempre, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che attacca: «Da Giorgia Meloni nemmeno una parola: gli atti del governo italiano restano fermi a foto di ministri che stringono le mani sporche di sangue di Netanyahu». E poi rincara: «La premier non si presenti più in aula a farci lezioncine ipocrite di sovranità, autodeterminazione dei popoli, libertà, diritto internazionale». Dunque, ha sottolineato l’ex Presidente del Consiglio, «noi dobbiamo intervenire per fermarli con fatti concreti, sanzioni diplomatiche, sanzioni economiche e finanziarie, e il totale imbarco delle armi e il riconoscimento della Palestina». Dal Pd, si fa sentire la segretaria Elly Schlein: «La comunità internazionale e il governo italiano devono fare tutto ciò che è in loro potere per fermare questo disegno di occupazione totale e di deportazione forzata dei palestinesi da Gaza e bisogna far sì che tutti gli aiuti umanitari arrivino ad una popolazione estremata da un massacro che è in corso da troppo tempo». L’istanza dei dem è «che si faccia un passo avanti verso il riconoscimento dello stato di Palestina perché anche i palestinesi come gli israeliani hanno pieno diritto ad uno stato in cui vivere in pace e in sicurezza».
Molto più dura è l’eurparlamentare Annalisa Corrado. «È gravissimo che il governo resti in silenzio, o - peggio ancora- continui a coprire chi dovrebbe essere chiamato a rispondere dei propri crimini davanti alla Corte Penale Internazionale. Il governo Meloni chiude gli occhi, per codardia o per convenienza». Da Avs, si attacca il titolare della Farnesina: «Non basta più il ritornello del ministro degli Esteri sui due popoli e i due Stati quando in realtà il governo si rifiuta di riconoscere lo Stato di Palestina. E Giorgia Meloni vuole continuare a voltarsi dall’altra parte? Fare finta di niente, non condannare le azioni criminali del loro amico Netanyahu significa esserne complici». Più o meno stessa linea arriva dal Verde Angelo Bonelli: «Basta ipocrisie, si riconosca lo Stato di Palestina subito». Dunque, l’istanza che arriva in Italia dalla (non) coalizione della sinistra è il riconoscimento dello stato di Palestina, sul modello di quanto fatto da Spagna, Irlanda e Norvegia. Mossa del tutto improvvida, considerando la presa politica ancora esercitata da Hamas su Gaza, peraltro, ormai anche a dissenso della stessa popolazione locale. La presa di posizione della sinistra italiana, peraltro, coinvolge anche la dimensione europea. Ieri la Pd Cecilia Strada ha chiesto la sospensione dell’accordo di Associazione tra Ue e Israele. Mentre il nostro ministro degli Esteri, Tajani, è tornato a ribadire il concetto: «Il nostro obiettivo è due popoli e due Stati.
Siamo a favore del progetto egiziano per la ricostruzione di Gaza».
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E invitiamo i lettori a scrivere al ministro degli Esteri Antonio Tajani per ricordargli che la soluzione "due popoli in due Stati" non è possibile, non è mai stata possibile, non ci credono più nemmeno gli arabi. Scrivere al Ministero degli Affari Esteri (qui i contatti: https://www.esteri.it/it/ministro/)