Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Vergogna Napoli: cacciati dal ristorante perché israeliani Cronaca di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 05 maggio 2025 Pagina: 10 Autore: Massimo Sanvito Titolo: ««Cacciati dal ristorante solo perché israeliani»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/05/2025, a pag. 10, con il titolo "«Cacciati dal ristorante solo perché israeliani»", la cronaca di Massimo Sanvito.
Napoli, la titolare della Taverna Santa Chiara, Nives Monda, una pro-Pal convinta, sente, dai discorsi in inglese, che dei suoi clienti sono israeliani. Prima impartisce loro un pistolotto di propaganda palestinese. Poi, quando loro reagiscono e iniziano a filmare la scena, allora li caccia dal suo ristorante. Ora è l'eroina dei pro-Pal. Ma, per le persone non fanatiche e non ignoranti, è solo un ennesimo esempio di intolleranza antisemita.
Chissà se arriveremo all’“ingresso vietato agli ebrei”, di hitleriana memoria, stampato sulle vetrine dei negozi... Nel mentre, però, ci tocca assistere alla cacciata degli israeliani dai ristoranti, in quanto «sionisti» che devono tornare «nella loro terra ebraica». Succede nel centro storico di Napoli, alla Taverna a Santa Chiara, locale la cui proprietaria, Nives Monda, aderisce con orgoglio alla “campagna contro l’apartheid israeliano e il genocidio palestinese”. Tanto da esporne il manifesto.
È sabato ed è ora di pranzo. Due turisti in vacanza nel capoluogo partenopeo, dopo aver finito di mangiare, conversando col tavolo a fianco spiegano di essere israeliani e di quanto è bella loro terra, invitando i loro vicini a visitarla. Apriti cielo.
Parte la discussione. La titolare, come spiegherà in seguito sui social, interviene parlando e rivendicando «la nostra scelta di aderire alla campagna contro l’apartheid israeliano e contro il genocidio palestinese».
Accuse a cui la coppia israeliana non ci sta. Incalzando subito la ristoratrice a proposito dell’antisemitismo dilagante e della connivenza dei pro Pal coi terroristi di Hamas.
«Non siete i benvenuti qui. Potete andare, non voglio i vostri soldi», taglia corto lei, come si sente nel video diventato virale su internet.
«Duemila anni di persecuzione nei confronti degli ebrei non sono bastati per voi?», chiede quindi la turista mentre riprende la lite col cellulare. Silenzio. «Abbiamo toccato con mano cosa sia l’antisemitismo.
Non avremmo mai immaginato potesse succedere a Napoli, città meravigliosa dove nell’aria si respirano libertà e amore. Valuteremo se dare seguito a questa nostra denuncia con un esposto formale», ha poi spiegato la donna, Gilli Moses, al Mattino.
«È evidente che la presa di posizione è improcrastinabile; per questo noi ripubblichiamo la posizione assunta dal nostro esercizio commerciale e invitiamo tutti gli esercenti a farlo», arringherà poi la titolare della Taverna nello stesso post social. Che si è anche detta pronta a querelare i due israeliani per diffamazione, diffusione di immagini non autorizzate, incitamento all’odio e danno di immagine. Dunque: accusare Israele di genocidio è legittimo e gridare all’antisemitismo non lo è?
La polemica politica, nemmeno a dirlo, s’infiamma. Il centrodestra è sulle barricate. «Confondere le politiche di un governo con i turisti in visita nella nostra città dimostra una posizione moralmente inaccettabile che impone da parte dell’amministrazione comunale una presa di posizione netta e chiara. Chiediamo a Manfredi di intervenire e chiudere questo locale, luogo di esercizio di un razzismo che getta discredito sulla città e mortifica la democrazia», attacca Severino Nappi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale e vice coordinatore del partito in Campania. Il coordinamento napoletano di Fratelli d’Italia, invece spiegando che «ogni forma di antisemitismo o discriminazione è inaccettabile e va condannata con fermezza» e che l’episodio «deve essere considerato anche un grave danno di immagine per la nostra città che potrebbe scoraggiare altri turisti a scegliere la nostra città», entra nei dettagli tecnici. Ricordando quanto riporta l’articolo 187 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ovvero che «il rifiuto ingiustificato di servire un cliente costituisce una violazione amministrativa e può comportare una sanzione pecuniaria e/o la chiusura». Ergo: «Per questo motivo chiediamo che il sindaco e il questore intervengano subito per punire il pessimo comportamento dei proprietari della Taverna a Santa Chiara per stabilire un principio e il rispetto delle regole». Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, ricorda invece di aver già presentato un disegno di legge «che allarga esplicitamente il perimetro di applicazione del principio di non discriminazione chiarendo che esso si applica anche alla somministrazione di beni e servizi».
E la sinistra? Dalla parte della ristoratrice pro Pal ci sono Rifondazione Comunista («esprimo solidarietà a Nives Monda per l’attacco ricevuto da un gruppo di turisti israeliani purtroppo imbevuti dell’ideologia genocida del loro governo», dice Elena Coccia, segretaria della federazione di Napoli) e il Movimento 5 Stelle («siamo molto preoccupati per questo clima d’odio che la guerra in Medio Oriente rischia di far dilagare ovunque: che non si possano esprimere perplessità sulla strage di civili in atto a Gaza senza rischiare ritorsioni è semplicemente inaccettabile», sentenzia il deputato Dario Carotenuto).
Può bastare così.
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