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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
05.05.2025 Ruth Wisse, ho visto la mia università Harvard diventare islamista
Commento di Ruth Wisse, traduzione di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 05 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Ruth Wisse
Titolo: «“Così ho visto la mia Harvard diventare un grande avamposto islamista”»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/05/2025, a pag. 1, con il titolo "'Così ho visto la mia Harvard diventare un grande avamposto islamista'" il commento di Ruth Wisse pubblicato sul Wall Street Journal (traduzione e cura di Giulio Meotti).

Ruth Wisse
Harvard University and pro-Palestinian ...
La sottocultura violenta che ha generato le proteste pro-Hamas nelle università americane rappresenta il sintomo della guerra asimmetrica fra terrorismo islamico e democrazie occidentali. Poche ore dopo il massacro del 7 ottobre, gruppi di studenti pro-Hamas hanno iniziato a gridare al genocidio accusando Israele: a loro non interessa la realtà dei fatti, sono interessati alla continuazione violenta di una battaglia ideologica e stanno con i tagliagole. Le università italiane non sono migliori, copiano per conformismo e ignoranza 

Ho insegnato a Harvard dal 1993 al 2014 e non credo che le minacce del governo federale saranno efficaci nel cambiare la cultura dell’università” scrive Ruth Wisse sul Wall Street Journal. “I leader di Harvard non comprendono ancora il pericolo che questa cultura rappresenta per il paese o perché abbia richiesto un intervento. L’11 settembre, gli islamisti di al Qaeda attaccarono gli Stati Uniti in una missione suicida che utilizzò aerei come strumenti di distruzione. Il 7 ottobre 2023, gli islamisti di Hamas hanno sfruttato l’apertura di Israele invadendo il paese, massacrando civili e rapendone altri. I jihadisti usano queste nuove forme di guerra contro coloro che non possono conquistare con la forza. Ciò che ci preoccupa qui è la loro conquista di scuole americane d’élite come avamposti. Harvard è stata coinvolta l’8 ottobre 2023, quando l’Undergraduate Palestine Solidarity Committee ha rilasciato una dichiarazione, sostenuta da oltre trenta gruppi studenteschi, in cui si affermava che ‘il regime israeliano’ era ‘interamente responsabile di tutta la violenza in corso’. Students for Justice in Palestine (Sjp) ha elogiato l’‘Intifada dell’unità’.

Nel 2001 non esistevano gruppi di supporto per gli islamisti a Harvard. Harvard era un bersaglio facile per la penetrazione straniera, avendo sviluppato un rapporto conflittuale con il governo americano e, sempre più, con il paese stesso. Questa politica antigovernativa selettiva si rifletteva nel curriculum, che adottava un approccio sempre più critico verso l’America e la civiltà occidentale. Nel frattempo, le leggi sui diritti civili degli anni 60, che proibivano la discriminazione, non riuscirono a soddisfare coloro che cercavano la parità di risultati. L’università rispose con preferenze di gruppo nelle assunzioni di donne e minoranze. Ciò diede forza ai gruppi di protesta e pose Harvard nel campo degli attivisti ‘progressisti’. Negli anni 90, gruppi universitari neri ospitavano relatori della Nation of Islam che si battevano contro bianchi ed ebrei. Nel 1992, il professor Henry Louis Gates Jr. avvertì: ‘Questo è antisemitismo dall’alto verso il basso, orchestrato e promosso da leader che fingono di parlare a nome di un risentimento più ampio’. A questa coalizione di protesta si aggiunsero gruppi di marxisti, anticapitalisti, anticolonialisti e antimperialisti. Gli accampamenti di Occupy Wall Street del 2011 furono autorizzati a chiudere Harvard Yard per diversi mesi. Tutti questi manifestanti non avevano una causa comune finché non si sono uniti attorno all’obiettivo più facile nella storia della civiltà, con il pretesto di liberare i palestinesi.

In una lettera alla comunità di Harvard, il presidente Alan Garber riconosce 

le valide preoccupazioni riguardo al crescente antisemitismo e promette che Harvard continuerà a combattere ‘l’odio’ con l’urgenza che richiede e che la legge federale impone. I precedenti di Harvard forniscono ampie prove contro questa affermazione. Le coalizioni universitarie per il jihad contano su amministratori progressisti per assecondare il loro attacco. L’obiettivo di distruggere Israele rimane centrale nell’identità araba e islamista ed è stato ammesso a Harvard insieme ad alcuni studenti e investitori stranieri. Il Dipartimento dell’Istruzione riferisce che l’università ha ricevuto oltre 100 milioni di dollari da Emirati Arabi Uniti, Egitto, Arabia Saudita, Qatar e Bangladesh tra gennaio 2020 e ottobre 2024. Nel 2007 ho iniziato ad avvertire i presidenti che si sono succeduti che gli standard accademici venivano violati. Riconobbero il problema, ma si rifiutarono di affrontarlo. Finché altre istituzioni accettavano fondi musulmani e ignoravano la guerra contro gli ebrei, perché Harvard avrebbe dovuto essere più santa del Papa? Il 7 ottobre, come la Notte dei Cristalli del 1938, ha costretto alcune persone ad affrontare ciò che avevano cercato di ignorare. Studenti e docenti che celebravano le atrocità contro Israele avrebbero potuto perpetrarle, se ne avessero avuto la possibilità. I progetti archeologici in Israele furono interrotti e le collezioni museali, un tempo incentrate sulla Bibbia e su Gerusalemme, furono rifocalizzate sulle piramidi. La Harvard Divinity School ristrutturò il suo curriculum per riflettere il fatto di non essere più un seminario cristiano, ma un programma di studi religiosi ‘pluralistico’. Proprio quando la tradizione di Harvard avrebbe dovuto essere rafforzata, gli studi biblici furono degradati e le sue tradizioni messe sulla difensiva – il cristianesimo ancor più dell’ebraismo. L’islamismo era in ascesa contro un’America in declino. A Harvard ci sono ancora brave persone e programmi. Ma se Harvard si sottrae alla sua responsabilità di consolidare le fondamenta dell’America e si lascia dirottare da una coalizione islamista, perché dovrebbe aspettarsi un sostegno dal governo?”.

(Traduzione di Giulio Meotti)

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