Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Perché è folle dichiarare AfD pericoloso Commento di Giovanni Sallusti
Testata: Libero Data: 03 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Giovanni Sallusti Titolo: «Perché è folle dichiarare AfD «pericoloso»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/05/2025, a pag. 1 con il titolo "Perché è folle dichiarare AfD «pericoloso»" il commento di Giovanni Sallusti.
Giovanni Sallusti
L'AfD di Alice Weidel è stata etichettata dai servizi segreti tedeschi come "organizzazione estremista" e dunque un "pericolo per la democrazia". Uno sgambetto politico che si rivelerà un boomerang, perché già ora i sondaggi indicano che AfD sta diventando il primo partito.
Qualcuno dovrebbe chiedere scusa a JD Vance. Ricordate l’affondo del vicepresidente americano a Monaco sull’«allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali?». Proprio dalla Germania arriva un (altro) indizio pesante sulla febbre che attanaglia la democrazia nel Continente in cui è stata escogitata. L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (che rientra nel “controspionaggio interno”) ha ufficialmente classificato il partito di Afd come appartenente all’«estrema destra».
Non è una disputa di teoria politologica, ma un marchingegno vagamente distopico che rischia di innescare ricadute assai pratiche: mentre prima Afd era soltanto sospettato di «estremismo» (che poi richiederebbe una definizione condivisa, altrimenti il sospetto è che equivalga a tutto ciò che turba lo status quo delle Grandi Coalizioni), ora vi è la “certezza”. Conclusione: «La concezione prevalente del partito è incompatibile con l’ordinamento fondamentale di una libera democrazia». Focalizziamo: i servizi segreti di un Paese europeo mettono un partito di quello stesso Paese fuori dal consesso democratico.
Non un partito qualsiasi peraltro, ma quello che oggi tutti i sondaggi collocano come primo nel gradimento degli elettori tedeschi.
Con sullo sfondo lo spettro della messa al bando, appoggiandosi come leva all’articolo 21 della Costituzione: «Sono incostituzionali i partiti che cercano di indebolire o abolire l’ordine fondamentale democratico libero» (non a caso, è la formula ricalcata quasi identica contro Afd). Il tentativo è espellere dall’agone un partito ultraconservatore e identitario, ma non neonazista, ed è dura non chiamarlo liberticida. Non ha ritrosie a farlo il Segretario di Stato americano Marco Rubio, che in serata posta su X: «Questa non è democrazia, è tirannia mascherata». Senz’altro, siamo al culmine di un percorso ossessivo-vessatorio che, appunto, ha soltanto fatto gli interessi del partito di Alice Weidel. L’ultima campagna elettorale è stata sostanzialmente una rincorsa collettiva ad assicurare: mai accordi con Afd.
Risultato: al voto federale del febbraio scorso il partito ha superato il 20%, raddoppiando i consensi. Nonostante l’oggettivo exploit, e il parallelo tracollo socialdemocratico, il sistema si è involuto nella coazione a ripetere del “cordone sanitario”: ennesima Grande Coalizione, i barbari fuori, e liberi di incassare l’ulteriore, ovvio scontento per uno schema che più logoro non si può.
Rilevazione del 23 marzo: Afd sale al 22,5%. Il sistema non fa un plissé, continua con le manovre di sottocoperta. Fino al 6 aprile, diffusione di nuovi sondaggi: la destra raggiunge la Cdu, entrambe al 24%.
Ma è questione di giorni: il 9 aprile Afd stacca il partito di Merz, è prima da sola al 25%. Che diventa 26% con l’ultimo dato disponibile, una settimana fa.
Non c’è bisogno di avere l’acume di un novello Kissinger per concludere: la marginalizzazione (e ormai criminalizzazione esplicita) di Afd è il principale carburante della sua ascesa. Nonché fallace nel merito: per quanto portatore di una storia non priva di ambiguità, oggi il partito della Weidel (omosessuale dichiarata, en passant) con la sua opposizione radicale a ogni tentativo di islamizzazione della società rappresenta fattualmente un argine a favore degli ebrei tedeschi.
Ma questa è realtà, non bisogna turbare il romanzone demonizzante (ora anche spy story). Che a breve, ci concediamo la più comoda delle profezie, significherà Afd oltre il 30%.
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