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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Bet Magazine Rassegna Stampa
03.05.2025 I pericoli dell’islamizzazione, Occidente cieco
Analisi di Angelo Pezzana

Testata: Bet Magazine
Data: 03 maggio 2025
Pagina: 17
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «I pericoli dell’islamizzazione dell’Europa. Occidente cieco. Trump e Putin parlano lo stesso linguaggio»

Riprendiamo dal BET Magazine, numero di maggio 2025, a pag. 17 il commento di  Angelo Pezzana dal titolo "I pericoli dell’islamizzazione dell’Europa. Occidente cieco. Trump e Putin parlano lo stesso linguaggio"


Angelo Pezzana

Manifestazione islamiche a Londra, uno dei sintomi dell'islamizzazione progressiva delle città europee. La Svezia non protegge i dissidenti in fuga dall'islamismo, a Mestre gli islamici bengalesi si contendono la piazza, a Milano e Torino si progettano nuove moschee e nessun intellettuale difende Sansal, lo scrittore algerino in carcere perché accusa il pericolo del totalitarismo islamico. Si salva solo Trump che nelle università espelle gli estremisti filo-Hamas. (salvo che poi fa comunella con Putin)

L’islam è un pericolo interno alle nostre società, ce ne stiamo rendendo conto da almeno venticinque anni, ma i governi paiono ancora dormire. Ne avevamo avuto un’ennesima dimostrazione a gennaio, quando l’attivista Salwan Momika, iracheno, anti-islamista, per una sua protesta (per quanto estrema) è stato assassinato. Condannato a morte per blasfemia e ucciso in Svezia, non in Iraq, per aver bruciato copie del Corano. La Svezia non protegge i suoi rifugiati politici dall’islamismo, bene ricordarlo come fa il napoletano Ciro Principe nei suoi ottimi video.

Non ci rendiamo conto che l’islamismo più feroce si sta impadronendo delle nostre città. A Mestre, non in una città mediorientale, islamici bengalesi si sono scontrati in una rissa violenta, perché appartenevano a correnti religiose diverse. Noi apriamo le porte all’islamizzazione. Come a Milano e a Torino, dove progetti di nuove moschee, con cupole e minareti, sono approvati da giunte di sinistra. Come nel Regno Unito, l’islamizzazione continua da più anni, addirittura si affida l’ente che ispeziona le scuole pubbliche a un imam di idee estremiste, Hamid Patel, come rivela Giulio Meotti nella sua informatissima newsletter. Il Regno Unito potrebbe diventare “uno Stato islamico con le bombe atomiche”, come ha dichiarato Suella Braverman, ex ministro degli Interni. L’islamizzazione è realtà e si può misurare con la fuga degli ebrei dall’Europa.

Continua il silenzio su Bouallem Sansal, lo scrittore algerino incarcerato a causa dei suoi libri in cui si denuncia la minaccia del totalitarismo islamico. In compenso, non si perde mai alcuna occasione per parlare male di Israele. Lo si fa a tutti i livelli: persino il Papa, appena uscito dall’ospedale, dopo una lunga malattia, è tornato ad attaccare Israele appena ha ritrovato il fiato per farlo, senza neanche una parola sugli ostaggi israeliani.

L’unico raggio di sole in queste tenebre arriva dall’America, dove Donald Trump ha finalmente deciso di espellere attivisti pro-Hamas dalle università. Ha revocato almeno 300 visti di studenti stranieri che si sono resi protagonisti di occupazioni e violenze antisemite, come fiancheggiatori di Hamas. I nostri giornalisti non l’hanno presa bene, soprattutto Massimo Gaggi, che sul Corriere della Sera, con il titolo “ Il Pugno Duro di Trump sui Campus”, giornalista noto per le sue posizioni pro-terroriste, che si lancia in una difesa sperticata degli espulsi, contro un governo che, a suo dire, “viola la libertà di espressione”. Argomenti che ribaltano la realtà, degni della propaganda iraniana.

Ma è purtroppo l’unica vera buona notizia. Perché per il resto Trump sta parlando lo stesso linguaggio di Putin, come rileva giustamente la giornalista Anna Zafesova. Trump vuole le risorse dell’Ucraina, mentre Putin non vuole cedere sul totale controllo di una “regione” che considera russa.
In questo scenario in rapida evoluzione, Giorgia Meloni cerca di barcamenarsi, di tenere assieme Usa e Ue, aspettando dalla Russia un gesto di “buona volontà”. Auguri, davvero!

 

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bollettino@tin.it

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