Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Trieste, l’ennesimo dramma degli istriani Commento di Francesco Storace
Testata: Libero Data: 01 maggio 2025 Pagina: 13 Autore: Francesco Storace Titolo: «Un gioco da tavolo irride il dramma degli istriani»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 01/05/2025, a pag. 13, con il titolo "Un gioco da tavolo irride il dramma degli istriani", il commento di Francesco Storace.
Francesco Storace
L'occupazione jugoslava di Istria, Dalmazia e di Trieste fu una tragedia che iniziò il 1 maggio e finì solo il 12 giugno e solo per Trieste. In quel mese e mezzo i cittadini italiani vissero l'inferno. Ma ancora oggi i comunisti festeggiano l'arrivo delle truppe di Tito, anche con grotteschi giochi da tavolo.
Dobbiamo aspettarci grasse risate e premi per chi vince la corsa? Il massacro degli italiani sul fronte orientale diventa un gioco?
La denuncia dell’Unione degli esuli istriani suscita autentica indignazione. Domani 2 maggio sarà presentato a Trieste proprio un “gioco” per sbeffeggiare il martirio nazionale.
Per farlo, si usa addirittura un palazzo pubblico, ma gli esuli non ce l’hanno certo col sindaco della città giuliana, «colpa di qualche funzionario troppo zelante», dicono mentre il presidente dell’Unione, Massimiliano Lacota, spara a zero contro chi ha avuto l’ennesima, malsana idea contro gli italiani.
E va fatta una premessa.
Nelle città a forte presenza slovena, oggi si festeggia addirittura l’occupazione titina, che riguardò principalmente Trieste, ma anche Gorizia e Monfalcone. Fino al 12 giugno si sentono padroni del territorio italiano, con le loro bandiere, i loro stendardi e anche con i loro tristi inni al maresciallo Tito. In faccia ai martiri delle Foibe e agli esuli.
Fino al 12 giugno perché quel giorno del 1945 arrivarono gli angloamericani a fare finalmente pulizia delle oscenità slave e dal 2020 proprio il capoluogo giuliano celebra la ricorrenza della liberazione dai massacratori.
SOFFERENZA
Nonostante questo, si mette in piedi addirittura un gioco contro la sofferenza degli italiani, a partire dalle famiglie degli infoibati.
E la data odierna fa coincidere la festa del lavoro proprio con la brutale occupazione titina, appunto risalente al 1945. Si può capire quale possa essere lo stato d’animo di quanti hanno vissuto un’autentica tragedia in famiglia. Scrive Lacota agli associati dell’unione istriani – e sul social Facebook fioccano i commenti indignati alla nuova trovata paratitina -: la data del Primo Maggio, festa del Lavoro, «dalle nostre parti ha un significato tutt’altro che festaiolo: ci ricorda l’inizio della brutale e sanguinosa occupazione slavo comunista di Trieste, di Gorizia e di Monfalcone, un incubo durato 42 giorni nei quali diverse migliaia di concittadini italiani inermi furono deportati ed infoibati. Ed è esattamente questo che la minoranza slovena del Carso triestino e goriziano festeggia, con buona pace della finta amicizia tra Gorizia e Nova Gorica Capitale Europe della Cultura: l’occupazione della Venezia Giulia!
Le località del Carso questa notte saranno impavesate con drappi rossi e bandiere jugoslave che, se nessuno protesta, rimarranno esposti fino al 12 giugno, giorno della fine dell’occupazione titina. Nelle manifestazioni, a Trieste in particolare, vengono sovente portate e sventolate le varie bandiere che simbolizzano la nostra tragica sorte».
E questo accade proprio quando si pensa di averle sentite tutte a proposito di storia da riscrivere...
Perché si aggiunge anche Denuncia Lacota: alla vigilia del 1° maggio, che vide ottant'anni fa l’occupazione slava della città di Trieste e di tutta la Venezia Giulia che causò migliaia di deportati e di morti tra gli Italiani, il Circolo della Stampa divulga la notizia di una conferenza di presentazione del «Gioco da Tavolo dedicato alla Corsa per la Liberazione di Trieste».
Il tutto proprio in uno spazio pubblico comunale, «come la Sala Bazlen, per questa operazione ributtante».
Aggiunge il presidente degli istriani: «Coinvolto in questa subdola operazione nientepopodimeno che l'ineffabile storico per tutte le stagioni Raoul Pupo, che disprezziamo da sempre per la sua caratteristica prezzolata di parlare a seconda dell'uditorio».
Frase pesantissima, che però deriva da quello che Lacota ha appreso. «Siamo abituati a tutto, ma questa iniziativa è davvero tra le più vergognose degli ultimi tempi. Vilipendere la memoria di migliaia di infoibati è cosa subumana, fanno schifo davvero!».
Indignazione a mille, dunque, e più che giustificata. Notizie sul “gioco” sono fornite addirittura dall’intelligenza artificiale, che lo ambienta appunto «nei giorni finali della Seconda Guerra Mondiale, quando le forze partigiane italiane e l’esercito jugoslavo corrono verso Trieste per liberarla dai nazisti e stabilire il proprio controllo sulla città. Ogni giocatore rappresenta una fazione coinvolta nel conflitto».
Con tanto di «regole», «giocatori», e obiettivi. Qualcosa di indicibile davvero che non fa certo onore al sacrificio vissuto dal nostro Paese e che resta nella memoria nazionale.
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