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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
01.05.2025 Monfalcone contro il fanatismo islamico
Cronaca di Alessandro Gonzato

Testata: Libero
Data: 01 maggio 2025
Pagina: 11
Autore: Alessandro Gonzato
Titolo: «A Monfalcone il primo assessorato per contrastare il radicalismo islamico»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/05/2025, a pag. 11, il commento di Alessandro Gonzato intitolato: "A Monfalcone il primo assessorato per contrastare il radicalismo islamico".


Alessandro Gonzato

A Monfalcone, un terzo della popolazione è islamica e il fanatismo dilaga fra gli immigrati musulmani. Per questo il nuovo sindaco leghista, Fasan, ha aperto uno sportello "anti-radicalismo", da un'idea dell'ex sindaco Cisint. Soprattutto per aiutare le donne vittime delle loro famiglie.

A Monfalcone, 30mila abitanti nel Goriziano, quasi il 30 per cento della popolazione è straniera, e di queste 9mila persone 7mila sono musulmane. A Monfalcone, per la prima volta in Italia, la nuova amministrazione a trazione leghista (ha vinto Luca Fasan col 71%) ha creato l’ assessorato anti-Islam radicale, che tecnicamente è una delega affidata all’europarlamentare Anna Maria Cisint (ex sindaco di Monfalcone) ma di fatto è un ufficio vero e proprio, e ci arriviamo subito. Intanto ricordiamo che a Monfalcone due settimane fa si è presentata alle elezioni la prima lista composta interamente da musulmani, “Italia Plurale”, il partito fondato da Aboubakar Soumahoro: il candidato a sindaco, il senegalese Bou Konate, non è arrivato al 3 per cento (2,94) e il partito non è entrato in Consiglio comunale. Ennesimo fallimento del deputato lanciato da Bonelli e Fratoianni, e però l’esperimento di Monfalcone potrebbe presto ripetersi, probabilmente con guide migliori.
Veniamo all’incarico della Cisint: «La mia è una delega per la Sicurezza, anti degrado e anti radicalizzazione, però», puntualizza subito a Libero, «non è un incarico contro qualcuno, anzi. Voglio continuare a battermi perché le donne musulmane non vengano più considerate oggetti sessuali dai mariti. Mentre le parlo al telefono», dice, «qui davanti al Comune stanno passando alcune signore completamente velate. Questa non è integrazione, ma sottomissione». L’eurodeputata leghista racconta un episodio accaduto a metà aprile in un seggio: «È entrata una donna travisata, ovviamente accompagnata dal marito. Bene: grazie a un divieto introdotto durante il mio mandato è stata chiesto alla signora di mostrare il volto, e a quel punto il consorte ha detto che allora lei rinunciava a votare».
A Monfalcone abitano 4.700 bengalesi, quasi tutti islamici. L’ormai ex candidato a sindaco, Konate, è presidente onorario del centro culturale islamico Darus Salaam, una sorta di moschea che il Consiglio di Stato – interpellato dal Comune a guida Cisint – ha sentenziato che deve tornare all’uso per il quale era stato concesso il locale, adito a uffici direzionali. I giudici, pure in questo caso ribaltando la sentenza del Tar, hanno deciso in modo analogo anche per un altro centro di preghiera. «Voglio vigilare sul rispetto di queste decisioni», spiega la Cisint, «ho appena finito una riunione col comandante della polizia.
Quando dico che il mio incarico non è contro qualcuno, ma a favore, mi riferisco pure ai tanti ragazzini che vengono radicalizzati all’interno di questi luoghi o in strutture simili. Ho ricevuto una segnalazione pesantissima che stiamo monitorando». Cisint, a causa delle minacce ricevute, vive costantemente sotto scorta. «Le donne, che siano adolescenti o mamme, devono sapere che nel Comune avranno un punto di ascolto, che siamo pronte a stargli accanto qualora ricevano vessazioni, di ogni genere. Hanno il diritto di vivere all’occidentale».
Dalla Regione Friuli Venezia Giulia è arrivato il plauso dell’assessore alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti: «Si tratta di una scelta opportuna e pienamente in linea con le politiche che stiamo mettendo in campo».
A sinistra, era scontato, c’è chi grida al razzismo, allo scandalo. A loro va bene così.

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