Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Il monito di Marco Pannella: Rifuggire dal pacifismo 'catastrofico' Lettera al Foglio
Testata: Il Foglio Data: 30 aprile 2025 Pagina: 4 Autore: Claudio Cerasa Titolo: «Il monito di Marco Pannella: Rifuggire dal pacifismo 'catastrofico'»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/04/2025, a pag. 4, con il titolo "Il monito di Marco Pannella: Rifuggire dal pacifismo 'catastrofico'", la risposta a una lettera di un lettore, da parte del direttore Claudio Cerasa.
Claudio Cerasa
Marco Pannella, quando visitò il fronte croato nella guerra del 1991. “Il pacifismo in questo secolo – disse Pannella – ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli”. I radicali di oggi, a partire da Emma Bonino, tradiscono Pannella
Al direttore - Di questi tempi in cui si susseguono rapidi riposizionamenti geopolitici nei “Taccuini” di Albert Camus (Bompiani), scritti fra gli anni 30 e 50, ho trovato questo appunto prezioso e triste che suona tremendamente attuale: “Robert, obiettore di coscienza filocomunista nel ’33. Tre anni di prigione. Quando esce di prigione i comunisti sono per la guerra e i pacifisti hitleriani. Non capisce più nulla di questo mondo impazzito. Si arruola con i repubblicani spagnoli e fa la guerra. Viene ucciso sul fronte di Madrid”.
Manuel Orazi
I pacifisti di oggi rischiano di essere i veri nemici della pace. Lo capì bene Marco Pannella anni fa – in una famosa intervista a Paolo Franchi sul Corriere –, che mai confuse il rifiuto della guerra con il rifiuto della resistenza. Pace, per Pannella, voleva dire proteggere i più deboli, anche a costo di sfidare la retorica nonviolenta. Era lo stesso principio che spingeva i radicali a difendere, senza esitazioni, gli oppositori di ogni totalitarismo. Oggi purtroppo non è raro fare i conti con pacifisti che invocano il cessate il fuoco senza chiedersi chi aggredisce e chi resiste, chi spara per attaccare e chi per difendersi. “Il pacifismo in questo secolo – disse Pannella – ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli”. Quanti radicali oggi avrebbero il coraggio di dirlo ancora?
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