Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Oggi col ricordo dei caduti e delle vittime del terrorismo finisce la settimana di dolore Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 30 aprile 2025 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Oggi col ricordo dei caduti e delle vittime del terrorismo finisce la settimana di dolore»
Oggi col ricordo dei caduti e delle vittime del terrorismo finisce la settimana di dolore Commento di Deborah Fait
Si chiude la settimana del dolore: dopo Yom HaShoah (memoria della Shoah), YomhaZikaron è il Giorno della Memoria per i caduti e le vittime del terrorismo. Che quest'anno, a causa della guerra contro il terrorismo a Gaza, sono molti di più
Mentre tutto il mondo ci urla contro, mentre giornalisti senza coscienza scrivono articoli e presentano programmi privi di verità, Israele va avanti e vive i suoi dolori e le sue gioie da solo come sempre.
Una settimana fa avevano suonato le sirene in tutto il paese per Yom haShoah, la Memoria della Shoah, e tutto il paese si è fermato per due minuti pensando a quei 6 milioni passati per i camini di Auschwitz, bruciati nei forni, giustiziati nei boschi. Questa sera la Memoria andrà ai nostri soldati caduti, la maggior parte ragazze e ragazzi che ancora dovevano assaporare la vita, e alle vittime del terrorismo dei nazi palestinesi. Quest’anno il numero salirà dopo il 7 Ottobre e le stragi, 1400 donne, vecchi e tanti bambini e quasi 900 soldati. 24.000 caduti dal 1948. Si, Israele va avanti nonostante le ingiurie e l’odio del mondo intero. Per ricordarci quanto ci odiano e quanto gliene frega che i nuovi nazisti vogliano cancellare Israele, la Nike ha alzato un enorme cartellone alla Maratona di Londra. La scritta nera su sfondo rosso sangue dice “Never again, until next Year- Mai più, fino all’anno prossimo”.
Ma che bravi! Ma come fanno a pensare con tanta cattiveria. Da dove gli viene? Sempre in Inghilterra un giornalista palestinazi della BBC ha scritto “Bruceremo gli ebrei come ha fatto Hitler”. Lo ha riportato il Jerusalem Post. Ormai l’Inghilterra è islamizzata. A Tallin, in Estonia, i mondiali di scherma li ha vinti la squadra israeliana e si è dovuto assistere alla vergogna della squadra svizzera, arrivata seconda, che ha praticamente voltato le spalle alla bandiera di Israele mentre suonava l’inno nazionale. Sono episodi vergognosi e barbari, tra i tanti, che ci fanno sentire soli e odiati di un odio senza confini. Chi non ha provato come ci si sente non può capire il senso di impotenza, di frustrazione, di solitudine. Ma evidentemente gli ebrei hanno qualcosa che altri popoli non hanno e forse per questo ci detestano. Qualcosa che ci ha fatto attraversare 2000 anni di pogrom, Sante Inquisizioni, persecuzioni di ogni tipo promosse da Papi e Re, infine la Shoah, e di creare, dopo tutto questo, qualcosa di epico, un Paese dal nulla, da una terra arsa e abbandonata, un miracolo dal nome Israele. Questo ci ha portato pace? No, naturalmente, appena fondato, questo miracolo è stato attaccato da guerre e terrorismo perché i nuovi nazisti lo vogliono cancellare nel silenzio del mondo che aspetta la nostra fine per poi versare le solite lacrime di coccodrillo. E qui da noi cosa succede? Onoriamo i nostri morti, piangiamo per i bambini strangolati a mani nude e poi mutilati, ricordiamo il passato e pensiamo al presente che, tanto per cambiare, è tragico. Questa sera suoneranno le sirene per Yom haZikaron, il Giorno della Memoria per i caduti e le vittime del terrorismo. Domani sera invece, piangendo per i nostri rapiti, i nostri morti, i nostri impazziti dal dolore, riusciremo anche a fare un sorriso per festreggiare la nostra Festa dell’Indipendenza. Israele c’è, Israele esiste, Israele va difeso e amato e noi, popolo di Israele, siamo qua pronti a combattere come eravamo pronti a fare la pace, ogni volta rifiutata con spregio dai nostri nemici.