Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Giordania, stop ai Fratelli Musulmani. Israele e la bomba iraniana Analisi di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 29 aprile 2025 Pagina: 9 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Giordania, stop ai Fratelli Musulmani. La casa madre cui appartiene Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/04/2025, a pag. 9, con il titolo "Giordania, stop ai Fratelli Musulmani. La casa madre cui appartiene Hamas", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Re Abdullah di Giordania, dopo anni di ambiguità, mette al bando i Fratelli Musulmani, dunque mette al bando la matrice di tutti i movimenti jihadisti contemporanei, incluso Hamas. Un primo buon risultato della diplomazia di Trump e di Israele.
Il negoziato e la guerra: Israele continua a muoversi lungo questi due assi nei confronti di Hamas. Una serie di ministri avrebbe chiesto al capo del governo Benjamin (Bibi) Netanyahu di espandere le operazioni di terra delle forze armate a Gaza «a causa di alcuni attacchi verificatisi durante le trattative per il rilascio degli ostaggi», scriveva ieri Yedioth Ahronot. Il piano sarebbe però stato rinviato perché Netanyahu e il suo ministro della Difesa, Israel Katz, preferiscono prima di esaurire tutte le possibilità di negoziazione nella speranza che un accordo per il rilascio degli ostaggi possa ancora essere raggiunto. Ma un funzionario della sicurezza ha dichiarato al giornale che «Israele si sta preparando ad espandere l'operazione con una significativa mobilitazione delle forze di riserva».
La mossa è politicamente rischiosa per Bibi: Israele è sempre diviso sull’approccio con Hamas e proprio ieri il primo ministro ha annullato la sua partecipazione alla cerimonia, giovedì, del Premio Israele, il più alto riconoscimento culturale che da tradizione viene assegnato nelle categorie letteratura, scienze, arte e carriera dal capo dello Stato assieme al capo del governo nel giorno nel Giorno dell’Indipendenza. Secondo il Jerusalem Post, la cancellazione è dovuta al timore di contestazioni. Bibi non parteciperà neppure alla cerimonia di accensione delle torce del Giorno dell’Indipendenza, inviando, invece un videomessaggio.
Mentre continua il negoziato indiretto con Hamas mediato dall’Egitto su nodo di Gaza, ieri Katz ha assicurato che Israele è pronto ad attaccare il programma nucleare di Teheran.
«La missione centrale è impedire all’Iran di ottenere un'arma atomica.
Israele non permetterà all'Iran di ottenere un'arma nucleare e ci siamo preparati, ovviamente, in un profondo dialogo con gli Stati Uniti». Il timore del ministro è che Donald Trump arrivi aun accordo con l’Iran in materia, legando di fatto le mani allo Stato ebraico.
Di rilievo sul piano regionale anche le novità in arrivo dalla Giordania che, mettendo fine a decenni di ambiguità, la settimana scorsa ha messo al bando i Fratelli musulmani, storica organizzazione dell’Islam politico (sunnita) della quale Hamas è una delle espressioni più conosciute.
Della Fratellanza era anche l’ex presidente dell’Egitto Mohammed Morsi (2013-2014), poi rovesciato dall’attuale rais Abdel Fattah al-Sisi.
Il giro di vite contro i Fratelli musulmani avviene attuando una sentenza di un tribunale che già nel 2020 aveva disciolto l’organizzazione nata proprio nel regno hashemita nel 1945. Il governo di Amman ha anche reso noto di aver arrestato 16 persone accusate dalle agenzie di intelligence essere coinvolti nella produzione di razzi, di possedere, esplosivi e armi da fuoco, e droni per organizzare attacchi e gettare il paese nel caos.
Hamas, riporta il giornale panarabo Asharq al-Awsat, ha chiesto alla Giordania di rilasciare i 16 sospetti spiegando che le loro azioni erano motivate dal sostegno alla causa «e non rappresentano una minaccia per la sicurezza della Giordania».
Nello stesso giorno in cui il divieto è entrato in vigore, ma nel parlamento di Amman resta presente il partito Islamic Action Front, espressione diretta della Fratellanza, il re di Giordania Abdallah II è volato in Arabia Saudita dove ha incontrato il principe erede al trono Mohammed Bin Salman.
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