Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Gli ostaggi di Hamas come nei Lager nazisti Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 25 aprile 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Bergen-Gaza»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/04/2025, a pagina 1/4, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Bergen-Gaza".
Giulio Meotti“Gli ostaggi di Hamas come i sopravvissuti dei lager”. Uno studio medico evidenzia come il quadro clinico dei sopravvissuti di Gaza sia molto simile a quello dei sopravvissuti ai lager nazisti. Il paragone è forte e straziante, ma rende evidente quanto Hamas sia spietato
Roma. Per il sopravvissuto all’Olocausto Michael Kuperstein, l’angosciante attesa di notizie del nipote, ancora ostaggio di Hamas a Gaza, è come rivivere un incubo. “E’ un secondo Olocausto”, ha detto l’84enne alla Marcia dei vivi ad Auschwitz. Con lui c’era anche Eli Sharabi, tornato pelle e ossa da Gaza, senza la moglie e le figlie, uccise da Hamas. Mentre Israele commemorava i sei milioni di ebrei assassinati nella Shoah con due minuti di silenzio nelle strade, decine di ostaggi israeliani erano ancora prigionieri di Hamas, in condizioni fisiche e psicologiche non diverse da quelle vissute dai sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Un’inchiesta del quotidiano Maariv, basata sulle ricerche mediche in corso, rivela agghiaccianti parallelismi tra i sopravvissuti ad Auschwitz, Bergen-Belsen e Mauthausen e gli ostaggi di Gaza.
“Estrema malnutrizione, grave perdita di massa corporea, danni al sistema nervoso, deterioramento fisiologico e un intenso danno psicologico caratterizzato da impotenza, disconnessione e isolamento”. I medici israeliani stanno riscontrando che i sintomi degli ostaggi sono identici a quelli documentati dalle équipe mediche americane e britanniche che liberarono i lager nel 1945. La letteratura medica che descrive i sopravvissuti ai campi rivelava un’estrema perdita di peso, di tessuto adiposo e massa muscolare. Gli ostaggi rilasciati da Gaza hanno riportato sintomi identici: “Drastica perdita di peso, grave debolezza e svenimento al minimo sforzo. Come i sopravvissuti, molti mostrano segni di ‘edema da fame’, un gonfiore causato da carenza proteica”. Gli ostaggi hanno un “sistema digestivo crollato, come accadde ai sopravvissuti che non riuscivano a digerire dopo la liberazione. E poi elevata sensibilità al cibo, cattiva digestione, diarrea e dolori addominali, risultato di intestini atrofizzati che hanno smesso di funzionare. E poi apatia, sonnolenza, disturbi della coscienza e gravi sintomi neurologici, simili anche questi a quelli dei sopravvissuti all’Olocausto”, che manifestarono neuropatia sensoriale e crampi muscolari. “Gli ostaggi hanno riferito sintomi sovrapposti – dolori muscolari, tremori e debolezza generale – tutti indicatori di gravi carenze nutrizionali che hanno danneggiato il sistema nervoso”. Gli effetti della fame vanno oltre il danno fisico. “Depressione, stress post-traumatico e intorpidimento emotivo – tutti documentati nei sopravvissuti ai lager – si manifestano tra gli ostaggi”. Le donne di ritorno dalla prigionia a Gaza hanno riferito disturbi ormonali, pause mestruali e cambiamenti metabolici. E la sindrome da rialimentazione, complicanza mortale che ha ucciso molte sopravvissute dopo essere state nutrite troppo rapidamente, ora minaccia gli ostaggi.
“Gli squilibri nei livelli di fosforo, potassio e magnesio causano aritmie e insufficienza multiorgano. La generazione successiva – i bambini rapiti – potrebbe portare con sé cicatrici fisiche e psicologiche per tutta la vita, come i giovani sopravvissuti ai campi”. Il trauma della fame non si esaurisce con la rialimentazione. “Molti sopravvissuti hanno sviluppato ansia per il cibo, rifiuto di sprecare gli avanzi o abitudini alimentari ossessive. Alcuni fanno fatica a mangiare, soffrono di vomito, temono di non riuscire a trovare cibo o si sentono in colpa per il cibo”. I sopravvissuti all’Olocausto persero drastiche quantità di peso in poche settimane, a volte fino a metà della massa corporea. “Lo stesso è stato osservato negli ostaggi. Organi che si rimpiccioliscono, funzionalità che collassano. Il corpo reagisce alla fame cronica sopprimendo gli ormoni tiroidei, aumentando il cortisolo e bloccando la produzione di ormoni sessuali”. Tra i bambini, “ritardi nella crescita e sviluppo cognitivo compromesso, mettendo a repentaglio non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita”.
Il legame tra l’Olocausto e la prigionia di Hamas non è solo simbolico o morale, è anche biologico e clinico. La Shoah in miniatura nel sottosuolo di Gaza non è solo una metafora. Ma la mistificazione e la menzogna sono passate: Gaza è un ghetto, gli ebrei sono genocidi e Anne Frank palestinese.
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