Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Zelensky è sempre più chiaro sulla Cina Redazionale de Il Foglio
Testata: Il Foglio Data: 19 aprile 2025 Pagina: 3 Autore: Redazione de Il Foglio Titolo: «Zelensky è sempre più chiaro sulla Cina»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/04/2025, a pagina 3, il redazionale dal titolo: "Zelensky è sempre più chiaro sulla Cina".
Volodymyr ZelenskyPutin ha usato mercenari cinesi contro l'Ucraina, e solo Zelensky sembra aver capito il gioco della Cina: agire dietro le quinte protetta da una neutralità di facciata per trarre il massimo utile con il minimo sforzo dalla guerra. Pechino rifornisce l'esercito russo di armi fondamentali per la guerra. Nella foto un mercenario cinese catturato dall'esercito ucraino
Da qualche settimana Volodymyr Zelensky sembra l’unico leader ad avere una chiara idea della Cina e dei suoi obiettivi politici lontani dalla posizione di neutralità che rivendica ufficialmente. Il presidente ucraino prima ha rivelato la presenza di mercenari cinesi reclutati dai russi e che oggi combattono contro l’Ucraina. Poi, citando i report dell’intelligence ucraina, ha affermato che Pechino fornisce armi fondamentali per la guerra della Russia, tra cui la polvere da sparo e l’artiglieria, e che ci sono cittadini cinesi coinvolti nella produzione di armi in territorio russo (ieri Kyiv ha esteso sanzioni anche a diverse aziende cinesi). Prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca, il sostegno della Cina alla guerra di Putin sembrava indiretto, di convenienza, ed era stato affrontato con una certa dose di scetticismo anche dalle leadership europee (al di là di alcune, vaghe dichiarazioni). Una dimostrazione: a metà novembre del 2024 l’ex capo della diplomazia europea Josep Borrell aveva informato i leader europei di prove “convincenti” della produzione in territorio cinese di droni diretti alla guerra contro l’Ucraina, l’Europa aveva promesso “conseguenze”, ma poi quel rapporto e le relative conseguenze sono magicamente scomparse dall’orizzonte.
Zelensky, che non si è mai fidato troppo delle dichiarazioni di Pechino in questi anni di conflitto, ha certamente un obiettivo politico per rinnovare le accuse alla Cina: per Trump Pechino è un problema, è come sventolare un drappo rosso davanti a un toro. Ma il messaggio è anche ai leader europei, che in una fase complicata come quella dei dazi americani, sono tentati sempre di più a rinnovare accordi e dialogo con la Cina di Xi Jinping. Mentre la propaganda cinese spinge per un riavvicinamento, e mostra la Repubblica popolare come unico partner affidabile, Zelensky sta svelando l’inganno: Pechino lavora per sé e per i suoi amici che sono i nostri nemici, la Russia e l’Iran, e nella sua guerra contro l’Ucraina Mosca ha sempre più aiutini esterni.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante