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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.04.2025 Un messaggio da Gerusalemme
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Un messaggio da Gerusalemme»

Un messaggio da Gerusalemme
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/04/un-message-de-jerusalem-313259.html

Jerusalem Marathon - Wikipedia
La guerra non ferma la vita nella società israeliana, che si appresta ad organizzare la maratona annuale nella capitale Gerusalemme. Dopo 18 mesi di guerra e con il mondo contro, gli israeliani dimostrano di essere più forti dei nemici che tentano in tutti i modi di attaccarli

Con l'avvicinarsi delle festività pasquali, simboli di liberazione e di speranza, la società israeliana viene messa a dura prova. Lo scontro con Hamas, innescato dalle atrocità perpetrate dall'organizzazione terroristica islamica il 7 ottobre 2023, va per le lunghe. 59 ostaggi, vivi e morti, sono ancora trattenuti nei suoi tunnel sotterranei, in violazione dei diritti umanitari, delle leggi di guerra e del più elementare senso della decenza. La calma non è ancora tornata nelle città devastate al confine con la Striscia di Gaza. Lo stesso vale per il Nord di Israele, dove, nonostante gli accordi di cessate il fuoco, né l'esercito libanese né l'Unifil sembrano in grado di impedire all'altra organizzazione terroristica, Hezbollah, di violarne i termini. Nonostante la caduta del regime di Assad, o forse proprio a causa di essa, la Siria rappresenta tuttora una minaccia che le forze armate israeliane faticano a contenere. Nonostante gli incessanti bombardamenti statunitensi sullo Yemen, i ribelli Houthi continuano a lanciare dei missili balistici contro Israele. Sebbene le difese del Paese spesso li abbattano prima ancora che attraversino lo spazio aereo, l'allerta deve essere lanciata, costringendo milioni di cittadini a correre al rifugio più vicino, a volte nel cuore della notte. Come sempre, purtroppo, la polizia e i servizi di sicurezza sono sul chi vive per prevenire i numerosi tentativi di attacco in questo periodo travagliato. Ma non sempre arrivano puntuali. Nel frattempo, un dramma politico e giuridico sta dividendo la società e dando luogo a grandi manifestazioni che mettono delle persone pur in buona fede, le une contro le altre. Come possiamo allora interpretare quanto accaduto nella capitale d'Israele venerdì 4 aprile? Quel giorno, contro ogni previsione, si tenne la quattordicesima Maratona Internazionale di Gerusalemme. Il tempo era molto bello, ma non troppo caldo, e i corridori sono partiti sotto un cielo perfettamente azzurro. Erano circa quarantamila e non si lasciarono scoraggiare né dalla situazione internazionale né dalle turbolenze nel Paese. La tradizionale maratona – 42,195 km – è stata vinta da un ucraino, e tra le donne la vittoria è andata ad una keniota. C'erano anche una mezza maratona e una maratona per famiglie. Tutto questo in un clima amichevole, che non è stato rovinato da alcun incidente. Mentre gli ultimi corridori tagliavano il traguardo, il sindaco della città Moshe Lion, ha affermato con soddisfazione: “La Maratona Internazionale di Gerusalemme è uno degli eventi sportivi più validi e stimolanti in Israele e nel mondo. Sono orgoglioso che quest'anno abbiamo battuto di nuovo i record di partecipazione e che abbiamo organizzato un evento che rende omaggio ai nostri soldati e alle nostre forze di sicurezza. Ci auguriamo un rapido ritorno di tutti gli ostaggi e il ritorno sano e salvo dei nostri coraggiosi soldati.” E’ un messaggio potente quello che quel giorno si elevò dai vicoli, dalle antiche mura e dalle colline di Gerusalemme. Un messaggio di coraggio e speranza.

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Michelle Mazel

takinut3@gmail.com

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