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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.09.2003 Musulmani convertiti in Italia
Magdi Allam, seconda puntata

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 settembre 2003
Pagina: 18
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Il Papa difenderà la libertà dei musulmani convertiti»
Dopo la prima puntata di Magdi Allam pubblicata sul Corriere della Sera, "Le nuove catacombe degli islamici convertiti" (e riprodotta su Informazione Corretta a voce "Hamas, l'Unione Europea, 100 milioni di dollari"); riportiamo la seconda e ultima puntata dal titolo: "Il Papa difenderà la libertà dei musulmani convertiti"
«Il Papa non fa altro che chiedere il diritto alla libertà di coscienza. Per lui è uno dei diritti fondamentali dell’uomo, insieme con quello alla vita». Il Vaticano interviene sulla scottante vicenda dei musulmani convertiti al cristianesimo in Italia. Le loro testimonianze, raccolte dal Corriere , sono state recepite con interesse ai più alti vertici della Santa Sede. Monsignor Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso del Vaticano, afferma in un’intervista: «Dico a tutti i musulmani convertiti al cristianesimo che noi non cessiamo di parlare di questa libertà di coscienza con i nostri partner. Spesso tendono a limitare la libertà di religione alla libertà di culto. Per noi la libertà di religione va oltre, abbraccia anche la libertà di cambiare la religione». Il dado è tratto. Una questione che fino a ieri si preferiva tenere in sordina per non irritare i Paesi e le comunità islamiche, è finalmente approdata all’attenzione e al giudizio dell’opinione pubblica. Ancora una volta la realtà del vissuto delle persone si è imposta sui facili schemi mentali che spesso per ignoranza o per calcolo finiscono per dare un’immagine stereotipata e demonizzante dei musulmani. Ora sappiamo che anche nel nostro Paese ci sono alcune migliaia di musulmani che a un certo punto della loro vita hanno sposato la fede in Gesù Cristo. Emerge con chiarezza che non è soltanto l’islam a piacere a una parte di italiani cristiani, laici, comunisti, fascisti o anarchici, ma anche il cristianesimo convince taluni fedeli di Allah e del messaggio del profeta Mohammad, Maometto. La novità è che sussiste una reciproca attrazione verso le due religioni, che islam e cristianesimo sono entrambe concorrenti nel conquistare la mente e l’animo di tante persone alla ricerca della verità.
Indubbiamente la libertà di coscienza dei musulmani si pone come la questione centrale dell’islam contemporaneo. E’ chiaro che quanti sostengono la condanna a morte dell’apostata si pongono automaticamente al di fuori del consesso della società civile e della legalità internazionale. Il rispetto della sacralità della vita umana si afferma come il parametro fondamentale con cui valutare il livello della compatibilità dell’islam con i valori fondamentali della persona così come sono concepiti in Occidente.
Noi siamo andati a cercare e abbiamo voluto valorizzare le voci, come quella del teologo riformista egiziano Gamal al Banna, che sono decisamente schierate a favore della libertà di religione e contro qualsiasi atto violento, intimidatorio o discriminatorio nei confronti dell’apostata. Siamo consapevoli che, nell’ambito strettamente teologico, queste voci sono una minoranza. Ma siamo certi che esprimono la volontà della maggioranza silenziosa dei musulmani. La massa protagonista della «religione popolare» che coniuga la fede con il buon senso, retaggio di tradizioni millenarie. Resta in piedi ed è ancora forte lo scontro con i paladini della «religione massimalista», convinti assertori dell’imperativo di sottomettere la persona, costi quello che costi, alla loro interpretazione dei dogmi della fede affinché trionfi il «vero islam».
E’ assai significativo che la questione-cardine della fede e dell’apostasia nell’islam emerga e venga affrontata nella culla della cattolicità. Si profila uno scontro tra titani sul piano dei valori e dei modelli di vita. C’è chi pensa che in realtà la riforma liberale e democratica dell’islam scaturirà in Occidente. Per la verità, almeno finora, l’Occidente emerge come fortezza dell’integralismo e dell’estremismo islamico. Ma è un dato di fatto che è qui, a casa nostra, che si sta realizzando l’incontro-scontro tra comunità musulmane stabili e la popolazione autoctona occidentale. Ecco perché le testimonianze dei musulmani convertiti, da noi raccolte, confermano l’intreccio ineludibile tra le due religioni e i due mondi incarnati dalla realtà dell’islam radicato in terra d’Occidente. I loro problemi sono anche i nostri problemi. Dalla loro libertà dipenderà anche la nostra libertà.
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