Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La trappola ucraina ispirata al Mossad Analisi di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 26 febbraio 2025 Pagina: 6 Autore: Guido Olimpio Titolo: «I visori-esplosivi fatti arrivare al nemico: la trappola ucraina ispirata al Mossad»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/02/2025, a pag. 6, con il titolo "I visori-esplosivi fatti arrivare al nemico: la trappola ucraina ispirata al Mossad" l'analisi di Guido Olimpio
Guido Olimpio
Visori esplosivi. Trappole mortali fornite all'esercito russo. Così i servizi segreti ucraini imparano la lezione del Mossad per colpire il nemico con precisione e di sorpresa.
In principio furono i cercapersone esplosivi del Mossad, poi sono arrivati i visori-trappola per droni destinati ai russi. Ricostruzioni emerse nelle ultime ore hanno rivelato un’operazione ucraina per sabotare i dispositivi usati dall’Armata di Putin.
L’intelligence militare di Kiev — secondo i racconti — ha modificato gli equipaggiamenti inserendo cariche composte da 10-15 grammi di esplosivo. Una manipolazione eseguita sui visori che i militari utilizzano per guidare i piccoli velivoli impiegati al fronte. In questo caso avrebbero «lavorato» su modelli cinesi. Successivamente uno o più «donatori» li hanno fatti arrivare ad alcune unità russe. E si è giunti alla terza fase, con la detonazione. La storia è stata in parte raccontata da fonti non ufficiali di Mosca, con una successiva conferma da parte delle forze speciali ucraine che si sono chiaramente ispirate all’azione degli israeliani contro l’Hezbollah libanese.
Non è chiaro quali siano state le conseguenze. I russi hanno evitato di fornire dettagli su feriti o morti — forse otto i militari colpiti —, mentre gli avversari sono certi di aver provocato perdite in un attacco che, come altri avvenuti in passato, è parte della guerra segreta condotta dalla resistenza.
Con omicidi mirati in Russia, incursioni di mezzi particolari, sabotaggi e probabili missioni su fronti lontani — come l’Africa — contro la Wagner. Sono mosse che aiutano il morale e dimostrano capacità ormai note, anche se il riflesso sulle attività belliche tradizionali — dove Mosca mantiene ancora un vantaggio — non sempre è prolungato.
Il precedente
A settembre Israele ha usato in Libano beeper esplosivi contro i miliziani di Hezbollah
Rispetto al colpo del Mossad gli ucraini hanno avuto condizioni più favorevoli. Il servizio segreto di Tel Aviv ha dovuto inserirsi nella fornitura dei beeper, creare società di copertura attraverso le quali vendere i cercapersone ai militanti filo-iraniani, poi ne ha dovuti inviare diverse migliaia. Una tesi tornata d’attualità in queste ore è che gli israeliani abbiano tratto informazioni «osservando» il metodo di comunicare degli Hezbollah in Siria, Paese dove erano intervenuti al fianco del regime di Assad.
Kiev, invece, ha potuto sfruttare il canale delle donazioni, molto diffuso da quando è iniziato il conflitto. Sia russi che ucraini hanno continuato a ricevere forniture da associazioni, gruppi di privati, industrie, tutto materiale offerto (e sollecitato) per coprire le necessità dei soldati.
Sullo sfondo resta sempre intenso lo scontro più tradizionale tra gli apparati di intelligence. Ogni schieramento annuncia la scoperta di spie, di infiltrati, di collaborazionisti impiegati nel raccogliere informazioni sui movimenti delle truppe, sulla posizione di determinati sistemi d’arma, su possibili bersagli di strike.
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