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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
13.02.2025 Gli attacchi anti ebrei sono raddoppiati
Analisi di Massimo Sanvito

Testata: Libero
Data: 13 febbraio 2025
Pagina: 13
Autore: Massimo Sanvito
Titolo: «Lettere minatorie, insulti e pestaggi: raddoppiati i casi di antisemitismo»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/02/2025, a pag. 13, con il titolo "Lettere minatorie, insulti e pestaggi: raddoppiati i casi di antisemitismo", la cronaca di Massimo Sanvito

Minacce verbali, ma anche pestaggio e istigazione alla violenza: nel 2024 gli attacchi antisemiti sono raddoppiati. Il nuovo antisemitismo è una realtà e cresce indipendentemente dalla guerra a Gaza.

Febbraio 2024. Stefano, ebreo e giornalista, riceve una lettera anonima: “Attento alle tue esternazioni se non vuoi anche tu diventare una pietra di inciampo”. Maggio 2024.
Un muro del Lido di Venezia viene imbrattato con una scritta rossa a caratteri cubitali: “Ebrei maledetti vi cercheremo casa per casa in tutto il mondo per sgozzare voi e i vostri bambini”. Giugno 2024. Di fronte a un’attività commerciale di Roma compaiono svastiche e stelle di David a mo’ di marchio: “Negozio ebreo”.
Giusto qualche esempio della sfilza di casi di antisemitismo che hanno macchiato il 2024 in tutta Italia: stando alle segnalazioni ricevute dall’Osservatorio della Fondazione Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea), infatti, si sono contati la bellezza di 877 episodi (600 in rete e 277 materiali) di violenza contro gli ebrei. Più di due al giorno e quasi il doppio rispetto ai 454 del 2023, che già rappresentavano un picco mai registrato dagli anni ’60 a oggi. A incidere, oltre agli storici e disdicevoli pregiudizi, non poteva che essere la guerra a Gaza.
Minacce di morte, liste di proscrizione periodicamente aggiornate, manifestazioni pubbliche contro gli “agenti sionisti”, aggressioni fisiche e verbali a studenti, molestie e pressioni. Una scia d’odio, spesso e e volentieri alimentata da comunità islamiche, centri sociali e partiti istituzionali di sinistra. Nel dettaglio, si è trattato di 618 casi di diffamazioni e insulti, 116 minacce, 95 graffiti, 29 discriminazioni, undici vandalismi e otto pestaggi. In 44 casi “online” e in 32 casi “materiali” Gaza è stata paragonata al campo di sterminio di Auschwitz o addirittura la situazione dei palestinesi è stata definita peggiore rispetto a quella delle vittime dell’Olocausto.
Per quanto riguarda invece la spartizione geografica delle violenze, sul gradino più alto del podio c’è Milano (76 episodi), seguita da Roma (56) e Torino (19).
Se è vero che il 7 ottobre 2023, giorno della carneficina dei terroristi di Hamas ai danni di civili israeliani, nel 2024 la furia antisemita si è concentrata attorno al Giorno della Memoria, al 25 aprile, alle acampade studentesche nelle università di tutta Italia e ogni qualvolta Liliana Segre osava dire la sua. Ed ecco alcuni vocaboli con cui le vittime dell’odio anti-ebraico dilagante sul web e nelle strade - i più bersagliati la senatrice a vita Liliana Segre, i giornalisti David Parenzo e Maurizio Molinari, il consigliere comunale milanese Daniele Nahum (uscito dal Pd per gli sproloqui sul genocidio a Gaza) e l’Unione delle comunità ebraiche italiane - sono state catalogate dagli odiatori di professione: sionisti, nazisionisti, sionazisti, giudeonazisti, nazisti ebrei, sionisti suprematisti ebrei, nasoni, massoni, illuminati, saponette, saponi.
«Oggi siamo di fronte a una crescita di antisemitismo mai misurata prima in Italia dalla fine della guerra. L’antisemitismo, un sentimento, una ideologia, un pensiero che si esprime in forme molteplici secondo la situazione e il contesto socioeconomico e politico, in questo ultimo anno e mezzo è stato attizzato e rafforzato da più parti, dai discorsi o dai silenzi di diversi protagonisti della vita pubblica», si legge nel rapporto del Cdec. Dopo i terribili attacchi terroristici di Hamas «gli atteggiamenti e le opinioni nei confronti di Israele si sono radicalizzati». Il conflitto a Gaza ha cambiato tutto: «La demonizzazione e la delegittimazione dell’esistenza di Israele, accusata di rispondere in modo asimmetrico all’atroce massacro di civili, si è diffusa trasversalmente (per età, ceti e appartenenza politiche) e ha accresciuto l’antisemitismo. L’antisionismo ha sfruttato la diffusa disinformazione sulla storia ebraica e i pregiudizi radicati contro gli ebrei per costruire un quadro semplicistico attraverso il quale mascherare l’antisemitismo».

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