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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Bet Magazine Rassegna Stampa
12.02.2025 Il libro di Ariela Piattelli su Memoria, Shoah e Generazione Z
Commento di Ugo Volli

Testata: Bet Magazine
Data: 12 febbraio 2025
Pagina: 21
Autore: Ugo Volli
Titolo: «Memoria, Shoah e Generazione Z: una riflessione a più voci sul futuro del ricordo»

Riprendiamo da BET Magazine di febbraio 2025, a pagina 21, l'analisi di Ugo Volli intitolata "Memoria, Shoah e Generazione Z: una riflessione a più voci sul futuro del ricordo".

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Ugo Volli

 

Dalla fine del nazismo e dall’apertura dei Lager sono passati ormai ottant’anni, il tempo di una vita intera. Ma se qualcuno dubitava della necessità di tener viva la memoria della Shoah, di continuare cioè a considerarla come una problema aperto e rilevante e non materia fredda di storia, il pogrom del 7 ottobre 2023 e soprattutto le reazioni antisemite che subito dopo si sono tante diffuse in Europa e nel resto dell’Occidente, soprattutto fra i giovani, lo hanno purtroppo smentito. Per quanto a noi ebrei faccia male ripensare a quegli orrori, per quanto non vogliamo essere identificati con i crimini che abbiamo subito e continuare ad essere visti solo come vittime, non possiamo permetterci di archiviare il genocidio nazista fra la tante terribili stragi e tentativi di eliminazione di cui la storia ebraica è costellata a partire dalla schiavitù egiziana. C’è bisogno di continuare a sostenere un’educazione sulla Shoah, a trasmettere la sua memoria, a far vedere che è una tragedia che ancora riguarda tutti. Ma come farlo nel tempo in cui gli ultimi testimoni del genocidio sono ormai molto anziani e rischiamo di perderli presto, in un periodo in cui l’evoluzione tecnologica e sociale rende sempre più difficile ottenere l’attenzione dei giovani? È questo il tema di un libro molto importante scritto da Ariela Piattelli: Il futuro e la memoria – Shoah, antisemitismo e generazione Z, pubblicato da Rai Libri, 2025.

La trattazione è costituita prevalentemente da interviste con protagonisti italiani e si svolge su tre piani che potremmo chiamare i vettori del problema attuale della memoria. Nella sezione conclusiva del libro si trovano i pensieri dei sopravvissuti che continuano da decenni a sostenere lo sforzo fisico e psicologico della testimonianza, della rievocazione degli orrori che hanno visto e personalmente subito. Sono grandi personalità, da Edith Bruck a Sami Modiano, da Lia Levi a Liliana Segre, che riflettono a voce alta sulla missione che si sono assunti per tutta la vita.

A fare da contrappunto alla loro esperienza sono chiamati prima alcuni giovani intorno ai vent’anni, discendenti dei deportati, che raccontano che cosa significa essere i destinatari più prossimi della testimonianza. Sono storie private, ricordi di nonni e della memoria che hanno trasmesso, talvolta non facilmente anche in famiglia: una sezione molto originale e istruttiva.

Vi è infine un’importante parte teorica o didattica sull’uso delle nuove tecnologie nella conservazione della memoria. Parlano lo storico Marcello Pezzetti, accompagnatore di moltissime scolaresche nei viaggi della memoria; lo psichiatra Raffaele Morelli sulle caratteristiche della generazione Z; Dov Forman, pronipote di Lily Ebert, reduce da Auschwitz recentemente scomparsa, che l’ha convinta a fissare la sua memoria su Tik-Tok, Stefano Gatti, ricercatore presso il CDEC, Simonetta Della Seta, che è stata responsabile del Gruppo di lavoro Memoriali e Musei dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), il regista Ruggero Gabbai e alcuni altri, tutti interpellati sulla loro esperienza di utilizzo degli strumenti contemporanei per preservare il ricordo della Shoah.

La polifonia di queste voci e di queste esperienze propone uno spessore umano straordinario, ma suggerisce anche direzioni di lavoro, possibili azioni e sperimentazioni. Non una guida, ma una riflessione a più voci, indispensabile per chi oggi sente la responsabilità di lavorare con la memoria per sconfiggere la rinascita dell’antisemitismo.

Per inviare la propria opinione a BET Magazine, telefonare: 02/483110225, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


bollettino@tin.it

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