Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Giù la maschera Commento di Ilaria Borletti Buitoni per Setteottobre
Testata: Setteottobre Data: 04 febbraio 2025 Pagina: 1 Autore: Ilaria Borletti Buitoni Titolo: «Giù la maschera»
Giù la maschera Commento di Ilaria Borletti Buitoni per Setteottobre
Ilaria Borletti BuitoniLa liberazione degli ostaggi israeliani trasformata in una parata della vittoria di Hamas. La maschera del pacifismo è caduta: è collaborazione con il terrorismo islamico. L'America sta iniziando a risvegliarsi e l'elezione di Trump lo dimostra. L'Europa dorme ancora.
Ormai assistiamo da giorni al mostruoso spettacolo della liberazione degli ostaggi israeliani messo in scena da Hamas davanti a delle folle più o meno ampie, ma plaudenti. Divise impeccabili centinaia di mitra, fuoristrada lucidati, palchi improvvisati sui quali gli ostaggi sono costretti a sfilare e persino a sorridere davanti alle bandiere dei terroristi che sventolano fiere: tutto è studiato nei minimi particolari per lanciare dei messaggi ai loro nemici rei di non aver capito che loro non sono finiti e che la vittoria sarà comunque la loro. Ci sono però altri messaggi impliciti in questo macabro spettacolo: quello di un popolo palestinese totalmente asservito alla causa di Hamas per necessità o per disperazione, quello di una forza che non può essere un interlocutore di pace perché la sua esistenza è possibile solo se c’è una guerra perenne, quello di un terrorismo sostenuto da forze esterne e potenti che lo usano per destabilizzare tutta l’area mediorientale e non solo. I terroristi di Hamas distraggono dal pericolo dell’integralismo islamico all’interno di molti paesi arabi e il sostenerli è un diversivo politicamente molto astuto.
Quando Trump venne rieletto, alcuni osservatori hanno giustamente sottolineato che questa scossa avrebbe potuto svegliare l’Europa e farle ritrovare il ruolo che deve avere nello scenario mondiale. Ugualmente dalla tragedia di quello a cui abbiamo assistito può nascere una convinzione: quella di rinsaldare le fila nella lotta a tutti i terrorismi di matrice islamica prima che diventino incontrollabili e che, come dei virus, si introducano come già avvenne nelle università americane, anche in Occidente contando sulla debolezza delle nostre società e sul comune risentimento nei confronti delle élite.
Ancora una volta, svegliamoci, la maschera del pacifismo è caduta e ricordiamoci che Israele è l’ultimo baluardo, con tutti i suoi limiti e con tutte le sue tragiche contraddizioni, affinché quello a cui stiamo assistendo non diventi uno spettacolo quotidiano! Allora sì, Hamas potrebbe dire di aver vinto.