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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
30.01.2025 La sinistra incendia il clima
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 30 gennaio 2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «La sinistra incendia il clima. Ma il consenso del centrodestra cresce sui social e nelle strade»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 30/01/2025, a pag. 1, con il titolo "La sinistra incendia il clima. Ma il consenso del centrodestra cresce sui social e nelle strade", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Il PD torna a paragonare la Meloni a Mussolini, senza dimostrare troppa fantasia, ma incendiando di nuovo il clima politico in Italia. L'unico risultato che ottiene, però, è una crescita di consensi di FdI.

Sarebbe di certo un grossolano sbaglio attribuire valenza di campione demoscopico ponderato e attendibile alla cerchia dei propri contatti, fisici o virtuali che siano. Ma sarebbe un errore uguale e contrario non registrare quello che sta accadendo – sui social come in metropolitana, per strada come sulle chat Whatsapp di molti di noi – da trentasei ore, cioè da quando è stata fatta deflagrare la bomba dell’iscrizione di mezzo governo nel registro degli indagati.
Personalmente, non mi capitava dai tempi degli attacchi più violenti contro Silvio Berlusconi di avvertire così tanto sostegno popolare verso qualcuno – nella fattispecie, verso Giorgia Meloni-, e contemporaneamente un’ondata così forte di rigetto contro l’uso politico della giustizia e contro ciò che viene largamente percepito come un attacco per via giudiziaria a un governo e una premier che gli avversari non riescono a sconfiggere in campo aperto nelle urne.
Ora dopo ora, la palla di neve è diventata una valanga. In particolare gli avversari lucidi del centrodestra – se ancora da qualche parte esistono – farebbero bene a riflettere su quanto sta accadendo. È impressionante la quantità di persone miti, non necessariamente ultrapoliticizzate, che sono attraversate da un moto di simpatia verso Meloni.
Gli elettori di centrodestra sono più compatti che mai: anche chi è magari meno soddisfatto dell’uno o dell’altro aspetto dell’azione di governo si ritrova naturalmente a provare un senso di indignazione per l’attacco in corso.

IL PAESE REALE

Insisto. Vale per la magistratura associata, vale per i politici di sinistra, vale per le prime firme dei giornali progressisti, vale per gli opinionisti e i commentatori che si sono precipitati in tv con l’aria soddisfatta per il colpo assestato dalle toghe al governo, vale per chi nelle istituzioni è rimasto silenzioso: farebbero bene a concedersi un giro per strada e sui canali social. Troveranno anche qualche insulto o qualche reazione scomposta: certo, può succedere anche questo.
Ma troveranno soprattutto un enorme popolo che non ne può più: che rivede il film dell’attacco giudiziario contro il governo scelto dai cittadini, della manovra di palazzo contro la maggioranza indicata dagli elettori, aggravata dalla canzoncina irritante e fastidiosa – e ieri clamorosamente sbugiardata – dell’“atto dovuto”.
Sarà bene che qualcuno se ne faccia una ragione: la maggioranza degli italiani, e in particolare (ma non solo) coloro che hanno votato a destra, non sono una torma di hooligans, non sono una curva di facinorosi, non sono “deplorables” sdentati e ululanti, ma persone razionali e ragionevoli. Desidererebbero una vita minimamente più tranquilla, un po’ di tasse in meno, un po’ di sicurezza in più, e la messa sotto controllo dell’immigrazione irregolare di massa. Desidererebbero dal proprio governo che questi obiettivi fossero perseguiti; e da tutti gli altri poteri – inclusi quelli teoricamente “neutri” – che non il terreno non fosse disseminato di trappole e agguati.
È questa combinazione che genera sdegno: l’attacco proditorio al governo, l’eterno ritorno dell’assalto giudiziario, e il fatto che stavolta si colpisca perfino uno degli ambiti di attività (cioè il contenimento dell’immigrazione clandestina) oggetto della maggiore attesa da parte dei cittadini. Ecco: solo degli avversari accecati e resi poco lucidi potevano scegliere l’immigrazione come terreno per sfidare il governo, per giunta con l’aiutino giudiziario.
Poi non si stupiscano per il prossimo sondaggio, che inevitabilmente premierà Meloni. Ecco il loro “capolavoro”: hanno incendiato i talk-show, hanno acceso fuochi nel paese, hanno avvelenato i pozzi, hanno cercato lo sputtanamento internazionale. E cosa raccoglieranno? Fdi sopra il 30%, e il centrodestra verso la maggioranza assoluta.

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