Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Partiti italiani divisi sul sostegno a Kiev Cronaca de La Stampa
Testata: La Stampa Data: 28 dicembre 2024 Pagina: 7 Autore: Redazione de La Stampa Titolo: «Partiti italiani divisi sul sostegno militare a Kiev. Ma in Parlamento c'è un'ampia maggioranza»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/12/2024, a pag. 7,la cronaca dal titolo "Partiti italiani divisi sul sostegno militare a Kiev. Ma in Parlamento c'è un'ampia maggioranza".
Giuseppe Conte, capofila del fronte anti-Ucraina, che include anche l'Alleanza Verdi e Sinistra. Mentre il centrodestra è compatto per l'invio di armi, Lega compresa.
Un conto sono le dichiarazioni e gli auspici, un altro sono i voti in Parlamento. Vale per tutte le questioni politiche, ma ancora di più per quanto riguarda il sostegno militare all'Ucraina. Su cui i partiti italiani sono tutt'altro che compatti. Tra i primi provvedimenti che arriveranno in Aula nel 2025 c'è il decreto che conferma per tutto il prossimo anno la fornitura di armi e materiale bellico a Kiev e, salvo clamorosi ribaltoni, verrà approvato con una larga maggioranza trasversale: il centrodestra al completo, Lega compresa, più il Pd (con qualche defezione a titolo personale), Azione, Italia Viva e +Europa. Contrari, come ormai è noto, il Movimento 5 stelle e l'Alleanza Verdi-Sinistra. Questa fotografia parlamentare, però, non nasconde le differenti posizioni all'interno della maggioranza, con i leghisti che da tempo agitano la bandiera pacifista e spingono per una riduzione del supporto italiano agli ucraini. Difficile che arrivino a presentare un ordine del giorno per chiedere che questo decreto sia comunque l'ultimo della serie, come pure hanno ipotizzato, ma è certo che insisteranno con la linea del disimpegno, per distinguersi dagli alleati, sfruttando anche il probabile cambio di strategia degli Stati Uniti con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Uno schema che si ripete simile a sinistra: il Pd mantiene una postura responsabile a sostegno di Kiev, nonostante sensibilità variegate al suo interno, come evidenziato recentemente anche dalle votazioni al Parlamento europeo di Strasburgo; Conte e i 5 stelle non risparmiano critiche, anche aspre, agli alleati, giudicando senza sbocchi l'invio di armi a oltranza. Giudizio condiviso, in modo meno polemico, anche dalla coppia Fratoianni-Bonelli. Questo tema è, attualmente, l'ostacolo più grande sulla strada di Elly Schlein per costruire l'alternativa alla destra. Dall'altra parte, a rendere meno lacerante la divisione è solo la responsabilità di governo e la volontà, anche di Salvini, di non rompere con gli alleati. Finché la Lega voterà regolarmente in Parlamento a favore del sostegno militare all'Ucraina, Meloni potrà sorvolare sulle prese di posizione estemporanee dei leghisti. Sia la premier che la segretaria Pd hanno un motivo in più per sperare che il nuovo anno sia quello giusto per la fine del conflitto.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/565681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante