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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
17.12.2024 L’appoggio all’Ucraina una corsa a ostacoli
Analisi di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 17 dicembre 2024
Pagina: 8
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Mantenere l’appoggio a Kyiv corsa a ostacoli del governo»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/12/2024, a pag. 8, l'analisi di Anna Zafesova dal titolo "Mantenere l’appoggio a Kyiv corsa a ostacoli del governo".

ad Alessandria con Anna Zafesova ...
Anna Zafesova

Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni: finora il sostegno dell'Italia all'Ucraina è stato incrollabile. Ma dopo che Trump si sarà insediato alla Casa Bianca, per Giorgia Meloni inizierà un difficile equilibrio fra una destra sovranista che ammira Putin e vuole abbandonare l'Ucraina al suo destino e una destra istituzionale, europea, che vuole continuare il sostegno della resistenza ucraina.

La linea di politica estera del governo di Giorgia Meloni sarà, dal 20 gennaio prossimo in poi, un esercizio di equilibrismo ancora più delicato di quanto lo è stato finora. La presidente del Consiglio spicca infatti nello schieramento di quella “internazionale della destra” di cui qualcuno auspica la formalizzazione: a differenza della maggioranza dei suoi esponenti, non manifesta nessuna fascinazione per il modello autoritario del putinismo, e si schiera senza alcun “ma” a fianco di Kyiv. Una scelta di rottura rispetto a quella destra che si ispira al conservatorismo dei “valori tradizionali”, e che negli ultimi anni ha guardato a Mosca come a un modello se non altro ideologico. E che potrebbe complicarsi ulteriormente con l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump che, a prescindere da quello che sarà il “piano di pace” reale che riuscirà a proporre, basa il suo sostegno (non solo negli Usa) in buona parte sugli ammiratori di Putin come “leader forte” che sfida il globalismo economico e valoriale. In un’Europa che conta già parecchi aspiranti interlocutori di Trump – primo tra tutti Viktor Orban - Giorgia Meloni dovrà dunque navigare tra la tentazione di avvicinarsi al presidente americano che appare oggi come il candidato naturale alla guida della “internazionale” conservatrice, e una diplomazia nella quale si affianca all’Europa più istituzionale rappresentata dalla Ue a guida von der Leyen. Una contraddizione che potrebbe diventare difficilmente conciliabile se Trump cercasse di spingere l'Ucraina a sottomettersi alla Russia, e di far venire meno, per la prima volta in 80 anni, le garanzie di sicurezza americane per l’Europa. Con una Germania che va incontro al voto, e una Francia divisa tra poli opposti, Meloni potrebbe avere quindi un ruolo cruciale nel disinnescare almeno in parte questo pericolo, proponendo il modello di una destra che si avvicina a un centro europeista.

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