Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
4/2/02 Eliminare Arafat: quel che appare e quello che non si di Salerno ignora un' altra dichiarazione di Sharon e cioè la sua disponibilità alla costituzione di uno stato palestinese
Testata:Il Messaggero La Stampa Il Corriere della Sera Autore: Eric Salerno Titolo: «In Libano non ordinai di uccidere Arafat e in fondo mi dispiace»
Su Il Messaggero del 1 febbraio a pag. 17 nell'articolo: "In Libano non ordinai di uccidere Arafat e in fondo mi dispiace" Eric Salerno scrive che Sharon si rammarica di non aver potuto uccidere Arafat nell'82 in Libano. Tuttavia Salerno, come Baquis e Olimpio, ignora un' altra dichiarazione di Sharon e cioè la sua disponibilità alla costituzione di uno stato palestinese smilitarizzato previa fine dell'intifada palestinese e in cambio di forti garanzie di sicurezza ad Israele.
Su La Stampa del 1 febbraio 2002 nell'articolo: "Sharon dovevamo eliminare Arafat nell'82" Aldo Baquis scrive: "Israele avrebbe dovuto eliminare Yasser Arafat nel 1982, in Libano. Lo afferma il premier Ariel Sharon in un intervista" e aggiunge "La nuova bordata di Sharon (che, secondo i giornalisti Israeliani, si riferisce al presidente palestinese come a "un cane obbligato a restare nella propria cuccia" cioè a Ramallah) ha accresciuto il senso di oltraggio dei dirigenti palestinesi". Sharon ha detto anche di essere favorevole, purchè prima cessi la violenza contro Israele, a negoziare con i palestinesi (in cambio di alcune garanzie di sicurezza ad Israele) la nascita di uno stato palestinese. Ma questo naturalmente Baquis lo mette in secondo piano nel suo articolo. E come la mettiamo caro Baquis con la deontologia giornalistica secondo la quale i giornalisti in una zona di guerra hanno il dovere di riportare il parere di tutte le parti in conflitto?
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Sul Corriere della Sera del 1 febbraio a pag. 12 nell'articolo: "Sharon pentito: dovevo uccidere Arafat" Guido Olimpio scrive che: "il premier Israeliano ha rotto il silenzio: mi dispiace di non aver liquidato Yasser Arafat nell'estate dell'82 in Libano" e ancora: "L'autorevole settimanale Nouvel Observateur ha scritto che Israele sta per lanciare una massiccia operazione militare destinata a spazzare via quanto raggiunto con gli accordi di pace di Oslo (1993)". Sharon in un intervista a Marriv pur dicendosi rammaricato per non aver potuto uccidere Arafat in Libano, ma si dichiara anche favorevole ad uno stato palestinese . Ma questo Olimpio non lo scrive. Olimpio però continua imperterrito scrivendo: "Un alto funzionario del governo Israeliano ha rivelato che Israele non ha mai approvato formalmente il cosiddetto piano Mitchell, il pacchetto che prevede la fine dell'intifada e il congelamento delle colonie come primi passi di un processo politico". Questo è falso, dal momento che il governo Sharon (ha differenza di Arafat) ha accettato il piano Mitchell in tutti i suoi aspetti e proprio poche settimane fa il portavoce del governo Avi Pazner ha dichiarato che in conformità con il piano Mitchell non verranno costruiti nuovi insediamenti.
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