Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Schlein e soci hanno problemi con la realtà Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 17 dicembre 2024 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Razzismo al contrario: i compagni hanno problemi con la realtà»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 17/12/2024, a pag. 1, con il titolo "Razzismo al contrario: i compagni hanno problemi con la realtà", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
A Verona un poliziotto aggredito da un immigrato armato di coltello si è difeso sparando. Per la sinistra italiana la colpa è del poliziotto. Ormai vige un razzismo al contrario, per cui colpa o innocenza dipendono solo dal colore della pelle.
A ottobre, a Verona, quando un agente della Polfer si è inevitabilmente trovato costretto a sparare - per proteggere la propria vita - contro un immigrato maliano che lo stava aggredendo con un coltello, da sinistra sono venute più che altro parole di comprensione per lo straniero. Qualcuno, con sprezzo del ridicolo, è arrivato a dire: «A un bisogno d’aiuto abbiamo risposto con colpi di pistola». Non è uno scherzo, è successo anche questo.
Qualche settimana dopo, a Milano, ricordiamo tutti i fatti del Corvetto. Anche qui, da sinistra, siamo stati ammorbati da una gran giaculatoria a base di «ascolto e comprensione» per i maranza, mentre gelo e parole giudicanti sono state indirizzate verso carabinieri e poliziotti, già sottoposti a processo mediatico e presto anche a processo giudiziario.
A Padova, la scorsa settimana, è venuta fuori la «sorpresa» di una gang di giovani nordafricani dediti ad aggredire e picchiare selvaggiamente vittime rigorosamente gay. Ma in questo caso a sinistra, a meno di nostri errori, hanno stranamente finito i giga, o comunque si sono ritrovati con il telefono scarico. E quindi gran silenzio: si sa, l’omofobo o è bianco e di destra o non è. Anzi, non può proprio essere.
Lo stesso gran silenzio dei progressisti ieri ha accompagnato l’impresa di un altro clandestino nigeriano, sempre a Padova, che ha cercato di aggredire due poliziotti armato nientemeno che di un’ascia. Peraltro a un certo punto della giornata il silenzio è stato rotto dal sindaco di Padova che ha evocato il “dialogo”. Si capisce, se hai un “disagio” e cerchi il “dialogo” che fai? Prendi un’accetta e vai in giro a tentare di falciare il primo uomo in divisa che ti capita davanti. Scherziamo amaramente, amici lettori: ma davvero non c’è niente da ridere.
La cosa non ci rallegra affatto: semmai ci angoscia. Un sistema politico sano avrebbe sempre bisogno di un’alternativa seria e spendibile. E invece, nel nostro sfortunato paese, abbiamo a che fare con una sinistra che - in politica estera - ci porterebbe in braccio a Pechino e a Teheran, e che - sul piano dell’ordine pubblico - non riesce a dire parole chiare e inequivocabili nemmeno davanti a fatti di cronaca che parlano da sé per la loro brutalità e il senso di pericolo che ci trasmettono. E invece no: prevale una strategia di negazione della realtà, o - peggio - di ribaltamento dei fatti.
È dunque venuto il momento di dirlo. Diversamente dal contenuto dei loro slogan autoconsolatori, a sinistra non hanno un problema con Giorgia Meloni, ma con la realtà e con gli italiani. Mentre i cittadini vivono in un contesto di forte insicurezza, con un nesso che tutti vedono (e che i numeri confermano) tra immigrazione illegale e i principali e più odiosi reati, a sinistra - persi nel loro mondo parallelo - sono capaci solo di “fascistizzare” la destra, di imbastire polemiche antigovernative, di demonizzare chiunque non appartenga alloro circoletto.
Chiamatelo come volete, ma a me pare si tratti di un sorta di razzismo al contrario, di autorazzismo. Nella “morra” progressista, l’italiano tende per principio ad avere torto. E se per caso l’italiano ha anche la “colpa” di portare una divisa, allora è altamente probabile che abbia ancora più torto. Dite che è sconfortante? Certo che lo è: ma questo è il triste spettacolo che sta sotto i nostri occhi.
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