Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Parigi, appello per la liberazione di Boualem Sansal Cronaca di Stefano Montefiori
Testata: Corriere della Sera Data: 24 novembre 2024 Pagina: 17 Autore: Stefano Montefiori Titolo: «Sansal dopo Daoud. L’offensiva di Algeri contro gli scrittori»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/11/2024, a pag. 17, con il titolo "Sansal dopo Daoud. L’offensiva di Algeri contro gli scrittori" la cronaca di Stefano Montefiori.
Stefano Montefiori
Boualem Sansal, critico sia dell'islamismo che del regime militare algerino, è incarcerato ad Algeri per il suo ultimo libro in cui scrive degli anni della guerra civile (1992-2002). Un appello del suo conterraneo Kamel Daoud e di tanti altri prestigiosi scrittori francesi ed europei per la sua liberazione.
Lo scrittore franco-algerino Kamel Daoud, vincitore a Parigi del prestigioso Prix Goncourt 2024 e a sua volta bersaglio in questi giorni degli attacchi del regime di Algeri, lancia un appello per la liberazione di suo «fratello» Boualem Sansal, scrittore come lui franco-algerino tenuto prigioniero in Algeria.
Hanno firmato l’appello i premi Nobel per la letteratura Annie Ernaux, Jean-Marie Le Clezio, Orhan Pamuk e Wole Soyinka, e altri celebri intellettuali tra i quali Salman Rushdie, Peter Sloterdijk, Andreï Kourkov, Roberto Saviano, Giuliano da Empoli, Christophe Ono-dit-Biot, Leïla Slimani, Élisabeth Badinter, Bernard-Henri Levy, Alain Finkielkraut.
Daoud e Sansal, ormai naturalizzati francesi, sono osannati in Francia e detestati dalle autorità dell’Algeria. Gli attacchi a entrambi, nelle stesse ore, sembrano coordinati: l’impressione è che l’Algeria voglia vendicarsi della crisi politica ormai aperta tra Algeri e Parigi, esplosa dopo che Emmanuel Macron nel luglio scorso ha deciso di appoggiare la sovranità del Marocco sul contestato Sahara occidentale.
Kamel Daoud è accusato di avere usato la storia della paziente di sua moglie psichiatra per la trama del romanzo Houris sulla guerra civile del 1992-2002, e viene attaccato dal regime per il solo fatto di avere parlato di quegli anni.
Boualem Sansal, da decenni come Daoud critico dell’islamismo e del regime algerino, è stato arrestato il 16 novembre scorso, appena atterrato ad Algeri, e accusato di «complicità con il nemico» per avere osato ricordare una verità storica, e cioè che la parte occidentale dell’Algeria, con le città di Orano e Tlemcen, apparteneva al Marocco e venne attribuita all’Algeria dalla potenza coloniale francese.
Nell’appello pubblicato ieri da Le Point Daoud scrive che «Boualem Sansal è sempre stato una voce critica contro l’oppressione, l’ingiustizia e il totalitarismo islamista. In Algeria, scrittori e intellettuali, editori e librai vivono nel timore di rappresaglie, accuse di spionaggio, arresti arbitrari, processi, diffamazioni e violenti attacchi mediatici ai loro collaboratori e amici. Non possiamo rimanere in silenzio. Sono in gioco la libertà, il diritto alla cultura e le nostre vite di scrittori presi di mira da questo terrore».
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