Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
8/4/02 Storia dimenticata(?) storia d'Israele scorretta
Testata: Corriere della Sera Data: 01 aprile 2002 Pagina: 1 Autore: un giornalista Titolo: «GERUSALEMME - Sono nati nel 1948, dopo il primo ...»
GERUSALEMME - Sono nati nel 1948, dopo il primo ...
GERUSALEMME - Sono nati nel 1948, dopo il primo grande esodo palestinese causato dalla nascita di Israele, Causato dal rifiuto arabo di permettere la nascita dello stato ebraico e dello stato palestinese e dalla guerra scatenata dagli arabi per impedire che ciò avvenisse: qui si sta falsificando la storia! e nel 1967, in seguito all’occupazione israeliana seguita alla guerra dei Sei giorni. E si dimentica che la guerra dei Sei giorni è stata voluta, progettata e preparata dagli arabi, e che "l'occupazione israeliana" è stata causata da necessità di sopravvivenza. Dovevano essere una sistemazione temporanea per migliaia di profughi palestinesi, inseguiti dai conflitti e dall'oppressione. E si dimentica di dire che l'oppressione è stata esclusivamente araba Dei semplici accampamenti. Ma sono trascorsi gli anni e non si è trovata soluzione per i fuggiaschi. I campi profughi sono diventati delle piccole città. Ma hanno conservato la precarietà e la miseria di altri campi sparsi nel mondo. Le hanno conservate per la dichiarata volontà degli arabi di mantenerne viva la rabbia, per usare quella gente come un'arma contro Israele: e anche questo viene dimenticato. Casette tirate su alla meglio lungo vicoli non sempre asfaltati. In genere le famiglie hanno cominciato con un piano, poi se avevano il denaro ne costruivano un altro. All’interno, spazi ristretti, scalette che si inerpicano, mura umide. Le cucine a legna sono state sostituite da quelle alimentate con le bombole a gas. La popolazione si arrangia per vivere. L’Onu assicura fondi per il cibo, gestisce degli ambulatori e delle scuole. Ma l’esistenza è dura ed è facile comprendere perché gran parte dei kamikaze nascano qui. Certo che è facile comprenderlo, visto che le condizioni di vita di queste persone sono state diligentemente programmate proprio per questo scopo.
In genere la popolazione di un campo proviene dallo stesso villaggio o città. Ad Al Amari, all’ingresso di Ramallah, vengono da Ramla, a due passi dall’aeroporto di Tel Aviv. A Deheshe, nel centro di Betlemme, vivono profughi scappati dalla regione centrale dell’attuale Israele.
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