Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Testata:Informazione Corretta Autore: Federico Steinhaus Titolo: «Lettera a La Repubblica»
Riportiamo all'attenzione dei nostri lettori una lettera di Federico Steinhaus pubblicata dalla Repubblica mercoledì 27 agosto 2003. Mi occupo con angoscia, potendolo misurare sia come ebreo sia come esponente della sinistra, da oltre trent'anni del problema ricorrente dell'antisemitismo di sinistra. Ereditato da quella guerra dei Sei Giorni che Israele fu costretto a combattere per sopravvivere, ma che portò con sè la conquista di territori palestinesi e arabi e la dismissione dell'etichetta di vittime predestinate, così bella da onorare. Una verità più cruda addita come causa prima dello spostamento delle simpatie della sinistra, la chance offerta dagli arabi all'Unione sovietica di accedere finalmente ai mari caldi, e indica la scelta ideologica come effetto secondario di quella strategica. Sia come sia, data dal 1967 l'estensione ciclica agli "ebrei" dell'odio rancoroso della sinistra nei confronti di Israele (non solo dei suoi governi, anche laburisti). Qualcuno ricorderà le vignette di Forattini nel 1982, come ora le vignette sul caso Mieli pubblicate nel principale sito Internet dei no global e dei pacifisti "targati". Questo è antisemitismo senza altre aggettivazioni annacquanti. Ed è un antisemitismo che viene generato da "quella" prevenzione politico-ideologica, che nella fase intermedia ha prodotto un antisionismo che occasionalmente funge da mascheratura dell'antisemitismo. Non mi si accusi di voler etichettare come antisemitismo qualunque critica a Israele, ai suoi governi, alle sue scelte politiche. Ma non si cerchi neppure di giustificare l'antisemitismo come se fosse una mera critica politica, in quanto tale legittima, che i soliti ebrei travisano per continuare a farsi i loro comodi e dominare il mondo. Fra i tanti messaggi di piena solidarietà arrivati all'autore da lettori che si qualificano di sinistra e condividono le opinioni espresse, tre soli sono saturi proprio di quell'antisemitismo che la lettera denunciava. Di questi, desideriamo portare all'attenzione dei nostri lettori il messaggio sprezzante e maleodorante, oltre che confuso, di un signore che si proclama direttore di un sito internet, dedicato ad un non meglio identificato "giornalismo etico", e che proprio per questo riteniamo meritevole di attenzione. Non riteniamo, invece, che il messaggio sia meritevole di un qualsiasi commento da parte nostra. La leggo su Repubblica del 27 agosto. L´antisemitismo, inteso come discriminazione verso un cittadino soltanto perché ebreo, è, a sinistra, un non-senso. Ha invece senso e giustificazione, in tutta l´area liberal, l´antisionismo, inteso come avversione a Israele, Paese costuito sul genocidio dei palestinesi, e Stato barbaro, essendo, tra l´altro, l´unico che legittima la tortura. Gian Carlo Scotuzzi Direttore del www.ilcronista.org