Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
14/6/02 Tra canzoni e massacri Attacco ad una colonia
Testata: Corriere della Sera Data: 13 giugno 2002 Pagina: 1 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Gaza, quattro palestinesi uccisi nel fallito assalto a una colonia»
Gaza, quattro palestinesi uccisi nel fallito assalto a una colonia Alcuni contestatori hanno interrotto a Londra il concerto della cantante israeliana Noa di Guido Olimpio Qualcuno deve avere promesso a Guido Olimpio un ricco premio se conquista il record delle segnalazioni; certo è che l'impegno che ci mette è davvero encomiabile!
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - In contrasto con i falchi dell’amministrazione Usa, il segretario di Stato Colin Powell ritiene che esista ancora spazio per Yasser Arafat. «Il popolo palestinese lo ha scelto come leader. Gli Stati Uniti lo sanno», ha dichiarato in un’intervista al quotidiano arabo Al Hayat . Il capo della diplomazia Usa ha quindi ribadito che Washington intende arrivare alla convocazione di una conferenza internazionale con l’adesione dello stesso Arafat. E gli Usa appoggiano la creazione di uno Stato palestinese ad interim anche in assenza di un’intesa finale. Affermazioni sorprendenti perché sono in contraddizione con quanto sostenuto dal presidente Bush, per il quale non esistono le condizioni per arrivare a uno Stato palestinese ed è prematuro parlare di una conferenza.
E allora perché dedicare quasi mezzo articolo alle dichiarazioni di Colin Powell, se si sa che non rispondono a verità?
Approccio che ha suscitato la soddisfazione di Ariel Sharon, reduce dalla visita alla Casa Bianca, dove ha escluso qualsiasi apertura. E nel caso che qualcuno volesse forzare la mano il premier ha la contromossa. «Uno Stato palestinese porterà l’instabilità in Israele - è il suo giudizio -.
Solo suo, certo: chi altro mai potrebbe immaginarsi che uno stato terrorista possa essere foriero di instabilità?!
Se saremo sottoposti a pressioni su negoziati e colonie, andrò alle elezioni anticipate paralizzando per mesi qualsiasi attività diplomatica», ha minacciato Sharon nel faccia a faccia con Bush.
Olimpio non perde occasione per ripetere che Sharon vuole "umiliare" Arafat: e come dovremmo giudicare questo suo continuo presentare Sharon come un bambino dell'asilo che pesta i piedi e minaccia sfracelli se non gli danno la cioccolata?
Sul campo intanto ancora vittime. Ieri 4 estremisti sono stati uccisi a Gaza mentre cercavano di assaltare la colonia di Netzarim.
Quattro sono stati uccisi, ma gli assaltatori erano sette.
Poco distante è stato colpito a morte un bimbo palestinese di 8 anni, sorpreso dal tiro dei soldati vicino alla sua tenda. Si è dimenticato di precisare - altri giornali per fortuna lo hanno fatto - che la sparatoria è stata provocata dai palestinesi. Si è dimenticato di informare i lettori del Corriere che i soldati hanno scoperto e neutralizzato un'autobomba con 150 chili di esplosivo. Si è dimenticato di dire che hanno arrestato un alto esponente del FPLP e uno di Al Fatah. Si è dimenticato di aggiungere che secondo testimoni è iniziato il ritiro dell'esercito da Ramallah.
E l’eco delle violenze si è fatto sentire anche a Londra, al concerto della cantante israeliana Noa: 4 filo-palestinesi sono saliti sul palco al grido «Palestina, Palestina», strappandole il microfono. La cantante, nota per le sue posizioni pacifiste, è scoppiata piangere, e ha interrotto il concerto. Si è dimenticato di dire che i filopalestinesi hanno anche detto che "non ha il diritto di cantare" a causa di ciò che accade ai palestinesi, e che il servizio di sicurezza è dovuto intervenire per portare la cantante al sicuro.
Infine un dato che deve far riflettere gli israeliani. Il professore Sergio Della Pergola, noto esperto di demografia, ha affermato che quest’anno il numero di coloro che lasceranno lo Stato ebraico sarà maggiore del numero dei nuovi immigrati (circa 30 mila). Secondo Della Pergola, tra gli israeliani non religiosi, c’è ne è uno su due che pensa di fare le valigie.
In che senso dovrebbe far riflettere gli israeliani? Sono loro a fare gli attentati? Sono loro a rendere insicura la vita dei loro cittadini? Sono loro a rendere la vita impossibile?
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