Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L'operazione dell'esercito israeliano, compiuta nella notte tra lunedì e martedì, ha portato alla luce 6 corpi senza vita di ostaggi in mano ad Hamas
Lo sapevate? Secondo l'articolo 225-17 del Codice civile francese: “Qualsiasi attentato all'integrità del cadavere, con qualsiasi mezzo, è punibile con un anno di reclusione e con una multa di 15.000 euro.” Tuttavia, né le autorità, né i senatori e i deputati, né i rappresentanti dei culti, né i media hanno finora rilasciato unminimo commento – e ancor meno una condanna – su ciò che Hamas sta facendo a Gaza.
Dopo aver commesso le atrocità del 7 ottobre, il branco selvaggio dei “combattenti” di questa organizzazione terroristica è tornato a Gaza con 251 prigionieri – oltre alle spoglie di molte delle sue vittime. Sia gli uni che le altre devono servire loro come ostaggi. Purtroppo sappiamo a quali abusi sono esposti gli ostaggi ancora vivi. Sappiamo anche in quali condizioni vengono “conservati” i corpi senza vita, custoditi come moneta di scambio: sepolti nei tunnel senza sudario e senza sepoltura. L'esercito israeliano sta compiendo notevoli sforzi per individuare la loro posizione. Quando ci riesce, segue un difficile compito di identificazione, nell'indifferenza dei grandi di questo mondo e della stampa. Per la cronaca, lo scorso gennaio, il Sudafrica, nella sua denuncia contro Israele davanti alla Corte penale internazionale per genocidio, aveva sottolineato che i soldati israeliani avevano “violato” l’integrità di un cimitero di Gaza mentre cercavano i resti degli ostaggi che sarebbero stati sepolti là. Sebbene l’esercito abbia sottolineato – prove alla mano – che l’operazione è avvenuta nel rispetto dei morti, una esperta internazionale ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Un cimitero può essere attaccato o distrutto intenzionalmente solo se diventa un obiettivo militare…” L'esperta in questione, la professoressa Janina Dill, co-direttrice dell'Istituto di etica, diritto e conflitti armati dell'Università di Oxford, affermando che queste azioni erano probabilmente contrarie al diritto bellico, ha aggiunto quanto segue: “C’è un enorme significato simbolico nell’idea che anche i morti non vengono lasciati in pace. Ciò suggerisce una mancanza di rispetto per la vita spirituale, la vita culturale e le tradizioni del tuo nemico. Questa è una prova di odio verso il tuo nemico che non è utile in questo contesto.” Parole che oggi risuonano sinistramente, nonostante la signora non abbia ritenuto opportuno esprimere il suo parere sulla sorte riservata ai morti israeliani “prigionieri” a Gaza.
Vediamo ora queste informazioni pubblicate martedì 20, da Le Monde: “Martedì 20 agosto, in mattinata, l’esercito israeliano ha annunciato di aver recuperato in un tunnel nella Striscia di Gaza i corpi di sei ostaggi morti, durante un’operazione condotta congiuntamente con l’intelligence interna…. Dopo aver ottenuto informazioni e perizie forensi, sono state informate le famiglie degli ostaggi trovati morti.” Ammirate questa sobrietà! Nemmeno il minimo approfondimento per spiegare la necessità di queste competenze, nessuna indignazione e soprattutto nessuna condanna. E soprattutto silenzio assoluto dal Quai d'Orsay.