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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
28.08.2003 Il cinema come strumeto di propaganda
così pensa e dichiara Oliver Stone

Testata: La Repubblica
Data: 28 agosto 2003
Pagina: 48
Autore: Silvia Bizio
Titolo: «Stone: io, regista di guerra»
Non rientra nelle nostre abitudini e nei nostri compiti criticare le opinioni espresse da personaggi illustri, correttamente riportate nel contesto di una intervista, a meno che esse non siano scandalosamente false o faziose. Rientra invece nei nostri compiti e nelle nostre abitudini riflettere su quanto leggiamo, e formarci un'opinione a proposito della credibilità e serietà degli intervistati.

Questo è quanto facciamo riguardo al celebre registra cinematografico americano, Oliver Stone, che usa Hollywood per fare miliardi con film eccellenti esteticamente, ma sicuramente non nei contenuti.
Nell'intervista rilasciata a Repubblica Stone trincia giudizi negativi su Israele, ed esprime opinioni taglienti. E, nella sua conclusione, afferma il falso: il documentario "è uno strumento di ricerca e di espressione meraviglioso. Il documentario è una forma di discussione e dialogo...".
Peccato che sia stato intervistato anche dal Corriere della Sera, al quale ha dichiarato: "Ho cercato di essere il più equilirato possibile...Ma (il mio documentario) non è obiettivo. Nessuno dei miei film lo è. Posso capire gli estremisti palestinesi: cosa faremmo noi se qualcuno entrasse in casa nostra e uccidesse i nostri figli?". Niente male, per una creatura di Hollywood. Ebbene, se "il documentario è una forma di discussione e di dialogo" , con chi discute e dialoga adesso su quanto afferma, signor Stone?
La verità è un' altra, piaccia o non piaccia.
Noi viviamo nel mondo delle comunicazioni di massa. Alcuni degli strumenti attraverso i quali comunichiamo sono idonei a recepire anche un parere in disaccordo rispetto a quello che essi portano nelle nostre case: i giornali, ad esempio, e la radio.
Ma altri sono strutturati in modo da non consentire parità di diritti al dissenso: il cinema, la televisione, internet. La realtà che noi possiamo facilmente constatare è che i primi sono minoritari e si rivolgono a poche elites culturali e sociali,e richiedono una forma di attenzione attiva e consapevole a chi usufruisce dell'informazione che essi veicolano; il cinema , la televisione ed internet, invece, sono strumenti di comunicazione incontrollabili e fortemente suggestivi, perché la loro forma espressiva è quella dell'immagine, che colpisce e coinvolge anche l'utente passivo. Un utente in condizione di inferiorità anche perché non può rispondere, non può fare domande ed ottenere risposte, può solo subire.
Altro che forma democratica di discussione e dialogo! Non è colpa di Oliver Stone che le cose stiano così, beninteso, ma è sua la responsabilità etica e culturale di pretendere di farci credere il contrario.

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