Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Povero Arafat, un tenerone che vuole solo essere amato! almeno Ferrari la pensa così. Che sia un nuovo seguace di Igor Man?
Testata: Corriere della Sera Data: 28 agosto 2003 Pagina: 14 Autore: Antonio Ferrari Titolo: «Yasser, la presunzione di essere insostituibile»
Solo ieri avevamo espresso al Corriere i nostri complimenti per la serena obiettività delle corrispondenze dal Vicino Oriente, e già oggi ci dobbiamo parzialmente ricredere. Antonio Ferrari, come suo solito, incappa in svariati infortuni nel contesto di un articolo che a prima vista pare impostato su informazioni serie e su valutazioni oggettive. Vediamoli. Fin dalle prime righe, si capisce a cosa miri l'articolo: l'opinione che abbiamo del ruolo di Arafat e del suo conflitto di potere è semplicistica e discutibile. Il "problema" del rapporto fra Arafat ed Abu Mazen non è la protezione accordata ai terroristi, ed attribuita da tutti ad Arafat, quanto piuttosto "la determinazione a lottare contro i fanatici" (dove fanatici sta per terroristi). Che Arafat li protegga o quanto meno sia in sintonia con loro è falso, discutibile, semplicistico, e rimane solo da stabilire se egli abbia - per Ferrari la risposta è affermativa - la "determinazione" per combattere il terrorismo. Infatti, nei dieci anni dagli accordi di Oslo egli è riuscito a ridurre Hamas e le altre organizzazioni all'impotenza, ed anzi quando rifiutò l'offerta fatta da Israele e dagli Stati Uniti a Camp David Arafat si premurò subito di disarmare le organizzazioni terroristiche palestinesi. Avete dei dubbi in proposito? Siete superficiali, avete opinioni discutibili. "Non è detto che il presidente dell'ANP (Arafat), nonostante gli ostacoli posti al suo premier (Abu Mazen), la pensi diversamente." Perfetto: Arafat cerca di esautorare Abu Mazen, lo indica al popolo come traditore della causa nazionale, toglie al suo ministro Dahlan il potere di intervenire per restaurare un minimo di ordine e di onestà (non dimentichiamo la corruzione impertante, della quale Arafat è il primo beneficiario) - ma per Ferrari Arafat non la pensa diversamente da Abu Mazen. Andiamo avanti. Abu Mazen avrebbe bisogno di Arafat "per non regalare la vittoria al robusto fronte dei nemici dell'Islam". Chi, di grazia, sono i "nemici dell'Islam"? Gli Stati Uniti? Israele? Chi vuole impedire il propagarsi di un terrorismo feroce? Chi si oppone all'asse affaristico-bombarolo che lega queste organizzazioni, il Fatah di Arafat, l'Iran, la Siria, Al Qaeda? Sono loro "l'Islam"? Arafat è "convinto d' essere capace di compiacere tutti", è dunque un personaggio simpatico, un tenerone magari un pochettino ingenuo e patetico. Perché Ferrari non ci dice semplicemente, con maggiore aderenza alla verità storica, che Arafat ha sempre giocato su più tavoli contemporaneamente, ingannando a destra ed a manca con false promesse e garanzie, scegliendo sistematicamente il peggio del peggio (Saddam nel 1991), preoccupato solo di sé stesso, del suo potere, dei suoi soldi da accumulare in maniera massiccia alle spalle del "suo" popolo. Ah, bene, rieccoci al solito slogan, usato da un Ferrari che apre l'articolo mettendo in guardia dalle semplificazioni e dai luoghi comuni ingannevoli: è stata la passeggiata di Sharon ad "innescare" l'intifada, che tuttavia "in realtà covava da tempo". Come se una intifada fosse qualcosa che si può improvvisare, quando sappiamo che perfino un corteo di diecimila precari o ventimila scioperanti va accuratamente programmato e dotato di un budget. E se covava da tempo era stata anche da tempo programmata, questa intifada, con le migliaia di morti che ha causato, ed era solo alla ricerca di un qualunque pretesto per esplodere. Pretesto, non causa. Pretesto. Arafat sarebbe "entrato in un labirinto di errori" per poter conservare il suo potere. La firma su accordi che non si volevano rispettare, lo schierarsi con Saddam, le esplosioni di gioia dopo l'11 settembre, i civili israeliani assassinati, i palestinesi morti in vario modo e comunque oppressi e taglieggiati - questi sono alcuni degli "errori" di Arafat, senza andare a cercare più indietro e verificare il ricordo di sé che ha lasciato in Giordania, nel Libano, ovunque sia andato.
E nuovamente il Corriere ci spiega, in una colonnina intitolata "Vocabolario della crisi", alcune cose che in realtà già conosciamo. Ed anche qui si annida il veleno della menzogna. Hamas e Jihad avrebbero dichiarato finita la tregua il 22 agosto, dopo l'attentato di Gerusalemme e la reazione israeliana. Ma allora, di grazia, l'attentato costato la vita a 21 persone, tra cui molti bambini e donne incinte, non era una rottura di fatto della cosiddetta tregua? Ci auguriamo che il direttore del Corriere, di cui conosciamo la grande professionalità, voglia dedicare un pò di attenzione anche a questi dettagli. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.