Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Liberazione degli ostaggi: il coraggio degli uni, la codardia degli altri Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 10 giugno 2024 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Liberazione degli ostaggi: il coraggio degli uni, la codardia degli altri»
Il raid di liberazione a Nuseirat è stato un altro atto di coraggio di Israele. Ma i vigliacchi, come l'Alto Rappresentante Josep Borrell, condannano il raid come "strage di civili" dando ascolto solo alla versione dei terroristi.
Una giovane donna, tre uomini. Tutti sequestrati il 7 ottobre, per lunghi, lunghissimi mesi. Sono stati delle carte preziose per l'organizzazione terroristica Hamas, che contava di monetizzarle. Un audace raid e l'eroismo delle forze di sicurezza israeliane di ogni settore li hanno riportati sani e salvi alle loro famiglie in Israele. L’operazione era pericolosa per diversi motivi. Innanzitutto gli ostaggi si trovavano in due appartamenti situati in due diversi edifici nel cuore del “campo profughi” di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza. E sì, non tutti gli ostaggi sono nei tunnel, per servire da scudi umani ai coraggiosi leader di Hamas. Alcuni vengono tenuti in appartamenti ordinari dove famiglie di gente comune accettano di mantenerli in cambio di una modesta pensione o in altri appartamenti ordinari dove sono sorvegliati da dei terroristi. Nel caso specifico, Hamas aveva quindi scelto di nasconderli in questo campo profughi e più precisamente a due passi da un mercato popolare. Gli abitanti del campo e coloro che frequentano questo mercato erano quindi utilizzati come una sorta di scudi umani, e Hamas che li aveva scientemente messi in pericolo non se ne interessava per niente . Per inciso, quante persone erano a conoscenza della presenza degli ostaggi al loro interno? Di sicuro i vicini, e la loro cerchia di conoscenti. Nessuno di loro avrebbe pensato di aiutarli. Israele, dimostrando ancora una volta la qualità dei suoi servizi di intelligence, è riuscito a determinare con precisione i luoghi in cui erano detenuti gli ostaggi. Bisognava inoltre raggiungerli senza farsi scoprire e poi esfiltrarli da questo ambiente ostile. Un’operazione estremamente ardua che da un momento all'altro sarebbe potuta andare storta e trasformarsi in un disastro. Non erano in gioco solo le vite degli ostaggi, ma anche quelle delle squadre che correvano rischi folli per salvarli. Questa volta è stato il Primo Ministro israeliano in persona a dare il semaforo verde e ha scelto di seguire l'andamento delle operazioni in compagnia del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate. La prima fase si è svolta senza intoppi. Arrivando a bordo di due camion bianchi senza sigla, le forze d'intervento hanno beneficiato di un totale effetto sorpresa ed hanno eliminato i terroristi che purtroppo hanno fatto in tempo a reagire, ferendo a morte uno dei soccorritori. Era stato dato l'allarme e le squadre d'intervento hanno dovuto fronteggiare dei militanti di Hamas che uscivano da tutti i vicoli del campo e sparavano indiscriminatamente sulla folla mentre cercavano di colpire i soldati, che sono riusciti a portare a termine la loro missione e a riportare indietro gli ostaggi senza ulteriori perdite. Come sempre, l’ultima parola spetta all’Alto Rappresentante dell’UE Josep Borrell, che ha definito l’operazione “un altro massacro di civili”, sottolineando che l’UE “lo condannava nei termini più forti possibili.”