Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Don Virgilio Levi ha trovato un erede Non sarà l'Osservatore Romano, ma in quanto ostile a Israele Coen non è da meno
Testata: La Repubblica Data: 06 agosto 2003 Pagina: 18 Autore: Leonardo Coen Titolo: «Israele, scontro sul muro di Sharon. I pacifisti contro le ruspe dell'esercito»
Muro? Barriera? Fence? No, meglio chiamarla "muraglia israeliana", la barriera di sicurezza: è così che viene intitolata la piantina che troviamo accanto all'articolo. Si tratta di un'immagine che illustra diverse caratteristiche del "muro" (anche se il termine esatto non è il muro, nel testo lo troviamo sempre fra le virgolette), che è anche oggetto dell'articolo di oggi: (...) I primi raggi di sole sorprendono infatti un gruppo di giovani, accovacciati per terra, in circolo, davanti a una piccola casetta bianca in costruzione, e a un tendone. Sede di un "presidio permanente pacifista", racconta il testimone Antonio Graziano, insegnante napoletano, volontario pacifista, "per contrastare l'avanzata delle ruspe israeliane che volevano spianare la casa e la terra della famiglia Amer, piccoli contadini del villaggio di Mash'ah". Dove passerà il "muro" che sta dividendo Israele dai Territori. Per forza: a due passi c'è la colonia ebraica di Elkana. Repubblica ci informa che la casa "è in costruzione", quindi sono tutte storie quelle raccontate dai "pacifisti" che hanno invece raccontato che vi abitava da trent'anni un anziano palestinese, Molto probabilmente, se era in costruzione, era una abitazione abusiva. Il "muro" non è una scelta libera di Israele, ma obbligata. Se non ci fossero i terroristi-suicidi non ci sarebbe bisogno di nessun muro.
Ilfatto che a due passi ci sia un villaggio ebraico spiega le necessità che la barriera passi proprio di lì. Non bisogna essere dei geni per capirlo. Ci sono anche parecchi italiani: otto di essi ancora non sanno che tra poco finiranno dentro un autobus della polizia di frontiera israeliana per essere interrogati e fermati nella prigione della colonia di Ariel.
Ariel poi non è una colonia, ma una città di 25.000 abitanti. Coen studi meglio - oltre che la storia - anche la geografia.
La polizia di frontiera lunedì li aveva avvertiti: "O sgomberate o vi arrestiamo tutti". Non si scherza sul "muro": l'80 per cento degli israeliani di religione ebraica lo vuole e lo considera strumento indispensabile per ridurre in modo drastico gli attentati terroristici. E' il risultato di un sondaggio del quotidiano Ha'aretz. Appunto. Ma perchè accanto a israeliani bisognava sottolineare: "di religione ebraica"? Non lo sa Coen che Israele è lo Stato ebraico ? si informi, si informi. "Zona militare", c'è scritto sui cartelli che circondano la casa. Un soldato israeliano dice a Graziano che forse la famiglia Amer avrà un risarcimento di 147mila dollari, il prezzo dell'esproprio.
Prezzo dell'esproprio..? Ma Coen ha sentito con le sue orecchie o fa del pettegolezzo ? Ci sembra comunque un prezzo persino eccessivo per una casa in costruzione... Il "muro dell'apartheid", lo chiamano i palestinesi, ha già 140 chilometri di fili spinati, fossati anticarro, piste per il pattugliamento, pali della luce, sensori infrarossi, telecamere, parete di cemento alto sino a 8 metri e protezioni elettrificate. Il "muro dell'apartheid" è un termine tanto caro ai palestinesi perchè sanno che solo tre parole come queste possono fare colpo sulla gente affinchè li possa sostenere nel loro sforzo di demonizzare Israele. Il giornalista già sembra accontentarsi di chiamarlo muro, tanto è comunque un qualcosa che delimita i territori, che li divide. Sembra proprio che per lui non esista la sicurezza israeliana. Come diavolo crede che debba essere una barriera di protezione ? di gomma, magari tutta bucherellata come una groviera ? Gli americani, che osteggiano il progetto di Sharon, hanno minacciato di bloccare i rubinetti finanziari (congelando un prestito di 9 miliardi di dollari, più un altro miliardo per compensare il rischio Iraq) quale "misura concreta per esprimere il loro scontento". E vogliono dare ai palestinesi, via Onu, 26 milioni di dollari. Nell'incontro ufficiale con Sharon Bush si è espresso molto chiaramente, anche sul cosidetto muro. Tutto il resto sono articoli di giornale che la tirano dalla parte che gli interessa. Coen naturalmente si beve tutto, basta che sia negativo per Israele. (...) Da quando l'Intifada è scoppiata e i Territori sono stati blindati dai carri armati di Sharon, per gli Amer, contadini, le cose si sono complicate, Prima, per andare a vendere quel che producevano al mercato di Tulkarem o a quello di Qalqilya impiegavano al massimo mezz'ora. Oggi ci vogliono ore, sempre che non vi siano intoppi ai posti di blocco. I "carri armati di Sharon" (ma non sono mica suoi..) rappresentano, e qui non ci stanchiamo di ripeterlo, unicamente una difesa contro il terrorismo palestinese che è appunto il cardine dell'Intifada. Tutto dipende solo da quello. Ci dispiace per la famiglia Amer, ma questa è solo una delle conseguenze del terrorismo. Adesso rischiano di essere puniti per aver ospitato i pacifisti di International Solidarity Moviment, un gruppo che le autorità israeliane hanno nel mirino, Il pacifismo in sè non è nel mirino di Israele,diverso il caso in cui prendono a calci i militari d'Israele. A loro non gli va proprio e glielo impediscono....... fucilandoli ? no, semplecemente espellendoli. Tutto qui. Crudele Israele, e poveri manifestanti....pacifici. specie da quando due ragazze italiane hanno dato un passaggio qualche mese fa a due sedicenti militanti inglesi dell'Ism che hanno compiuto un attentato kamikaze (storia strana: il cadavere di uno dei due è stato ritrovato sulla battigia vicino a Tel Aviv).
le due "ragazze" non erano forse due giornaliste? Non è poi comprensibile l'allusione riportata nell'ultima frase.Anche qui Coen faccia lo sforzo di riferire correttamente (cosa che non fa), ma i nostri lettori hanno su IC tutta la storia,e non si lasciano fregare dall'inviato di Repubblica che mescola nel torbido. La diffidenza israeliana si è centuplicata: sono più di 60 i volontari di Ism esplusi, come sarà per i 47 (tre di loro, tra cui Lorenza Erlicher, rischiano la detenzione perchè sarebbero accusati di incitamento alla violenza). Piccola grande storia, dunque, quella di Mash'ah, ieri: i bulldozer hanno abbattuto il pollaio e un casotto degli attrezzi di casa Amer, che per ora resta in piedi, fin tanto che non sarà d'ostacolo alla costruzione del muro. ma non aveva detto prima Coen che dovevano dargli quasi 150.000 dollari ? Ed era solo per un pollaio e un casotto per gli attrezzi ? Coen, la conti giusta ?
L'articolo termina con qualche parola sui detenuti, pardon, "prigionieri" e sulla cosiddetta truffa: è solo una ripetizione di quanto detto da Arafat due giorni fa. Evidentemente al giornalista piace tanto sottolineare la cattiveria e la furbizia israeliana, e già gli basta una parola di Arafat per rendere veritiera una notizia. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compiata e spedita.