Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Chi non vuole negoziare è Hamas Editoriale del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 26 aprile 2024 Pagina: 3 Autore: Redazione de Il Foglio Titolo: «Chi non vuole negoziare è Hamas»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/04/2024, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Chi non vuole negoziare è Hamas".
Se le democrazie si aspettano che Hamas collabori nelle negoziazioni, hanno sbagliato di grosso, finché Hamas sarà in vita continuerà nelle sue azioni terroristiche contro Israele
Chi non vuole negoziare è Hamas, Biden e altri leader dicono ai terroristi: accettate l’accordo e liberate gli ostaggi. Il presidente americano Joe Biden assieme ai leader di altri diciassette paesi ha rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo a Hamas di accettare l’accordo presentato per la liberazione degli ostaggi. “Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza da oltre 200 giorni. Tra questi ci sono i nostri cittadini. Il destino degli ostaggi e della popolazione civile di Gaza, protetti dal diritto internazionale, è di interesse internazionale”, a sottoscrivere la dichiarazione sono i rappresentanti di Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Thailandia e Regno Unito. In questi mesi, i terroristi sono riusciti nell’impresa di demonizzare Israele, con abilità propagandistica hanno tentato con successo di rimuovere gli orrori del 7 ottobre dalla memoria, le piazze occidentali accusavano Gerusalemme di genocidio, mentre strappavano le foto dei rapiti. Hamas ha rifiutato ogni proposta di accordo, tiene gli ostaggi in prigionia come merce di scambio e aspetta che il prezzo si alzi, che la pressione su Israele aumenti. I rifiuti di Yahya Sinwar, il leader di Hamas rimasto nella Striscia, si sono accumulati. Gli israeliani hanno accettato il cessate il fuoco di sei mesi, uno scambio per nulla equo di prigionieri per vedere gli ostaggi finalmente a casa, non si oppongono più al ritorno dei gazawi nella parte nord della Striscia. Mentre Sinwar ha provato a trascinare Israele nell’infamia internazionale, i leader hanno capito che era il momento di agire, di cambiare il paradigma, di svelare che i rifiuti vengono dai terroristi e Sinwar blocca ogni possibilità che la guerra si fermi. Il gioco delle colpevolizzazioni di Hamas ai danni di Israele ha trovato un muro, adesso è il momento della pressione che risponde a quella che è sempre stata la soluzione più semplice di questo conflitto: se i terroristi vogliono davvero fermare le bombe, basta liberare gli ostaggi. Non lo hanno fatto perché non hanno interesse a fermare le bombe.
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