Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Russia non deve vincere Macron non si piega alle intimidazioni russe: riuscirà a scuotere l'Occidente?
Testata: Il Foglio Data: 15 marzo 2024 Pagina: 3 Autore: Redazione Titolo: «La Russia non deve vincere Macron vuole guidare i paesi europei in difesa di Kyiv, senza tabù»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/03/2024, a pag. 3, il redazionale dal titolo "La Russia non deve vincere. Macron vuole guidare i paesi europei in difesa di Kyiv, senza tabù".
Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron non si piega alle intimidazioni russe. E rilancia: per ora non è in programma, ma se necessario, si mandino truppe all'Ucraina. "Abbiamo posto troppi limiti al nostro vocabolario", ha dichiarato riguardo alla prudenza strategica occidentale. Vladimir Putin. Il Cremlino reagisce alle dichiarazioni di Macron con un misto di rabbia e scherno. Le definisce come “radicalizzazione per delusione”
Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, vuole aprire gli occhi agli altri paesi europei sulla necessità di instaurare un’“ambiguità strategica” con Mosca e intensificare gli aiuti a Kyiv di fronte alla minaccia rappresentata da Vladimir Putin. Dopo aver firmato, un mese fa, l’accordo sulla sicurezza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ieri sera, Macron ha spiegato in un’intervista televisiva la strategia della Francia per sostenere l’Ucraina, con la guerra sul campo che si sta inasprendo, i cyberattacchi russi contro ministeri e servizi statali francesi (e non solo, come dimostra il cyberattacco all’aereo del ministro inglese Grant Shapps), le intimidazioni di Mosca verso l’occidente e la morte del dissidente Alexei Navalny. Sollecitato sulla possibilità di inviare truppe francesi in Ucraina – evocata durante la conferenza del 26 febbraio – Macron ha risposto così: “Non siamo sicuri di farlo. Al momento non siamo in quella situazione, ma non escludiamo questa opzione per il momento”. “Rivendico il fatto di evocare questa possibilità”, ha continuato il presidente della Repubblica francese, aggiungendo: “Abbiamo messo troppi limiti nel nostro vocabolario. Non siamo in un’escalation. Non siamo in guerra contro la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere”. Inizialmente, il luogo dell’intervista doveva essere Kyiv e non l’Eliseo. Ma secondo quanto riferito dal suo entourage, il presidente francese vuole anzitutto accordarsi con i suoi alleati europei sugli aiuti prima di viaggiare in Ucraina. Ieri il Monde ha aperto la sua edizione sulla metamorfosi di Macron, “colomba divenuta falco”. Dalla volontà di “non umiliare la Russia”, di mantenere una linea di dialogo col capo del Cremlino, a una “radicalizzazione per delusione”, come ha riassunto un ministro del governo francese: ossia la convinzione che per Putin esista solo il rapporto di forza, ed è necessario, per tutta l’Europa, passare alla fase successiva. A guida Macron.
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