sabato 17 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.07.2003 Un missile atomico contro Israele
E' o non è un'arma di distruzione di massa ?

Testata:Informazione Corretta
Autore: la redazione
Titolo: ««E’ pronto il missile che può colpire Israele»»
L'Iran ha dunque messo a punto un missile in grado di fare almeno 1000 chilometri. Sufficienti a raggiungere Israele. Più che raggiungerlo, distruggerlo. In più considerando i paesi annoverati nel progetto, com'è scritto negli articoli sottostanti, l'Iran non è solo.
Vorremmo chiedere a tutti coloro che si sono scagliati contro la definizione di Bush sui "paesi del male", cosa pensano dell'Iran che mette a punto un'arma in grado di raggiungere un paese - Israele - e distruggerlo. Chiederanno anche qui le prove ? Vorranno mandare in Iran il solito Bix-che-nulla-vede-e-nulla-scopre per difendere il regime degli Ayatollah ? Come "arma di distruzione di massa" è sufficiente l'atomica iraniana in grado di distruggere sei milioni di israeliani ?
Riportiamo il pezzo del Corriere e quello della Stampa.

Da La Stampa, a pagina 9: "Il missile iraniano supera l’ultimo test" di Maurizio Molinari

L'Iran ha effettuato con successo il test finale del missile capace di raggiungere Israele alla vigilia della giornata del 9 aprile, durante la quale si attendono nuove manifestazioni popolari di protesta contro gli ayatollah. Il risultato positivo del terzo e ultimo test dello «Shahab-3», la cui sperimentazione risale al 1998, è stato confermato dal Ministero degli Esteri di Teheran, sollevando forte preoccupazione a Gerusalemme e Washington. Realizzato grazie a tecnologia balistica nordcoreana e con gittata di almeno 1300 chilometri, lo «Shahab-3» è in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo nella regione fino all'intero territorio di Israele, la Turchia meridionale e le regioni occidentali dell'India. L'Iran è già sorvegliato speciale da parte dell'Onu per le attività svolte in quattro centrali nucleari - domani è in arrivo a Teheran il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohammed El Baradei - e tanto Washington quanto Gerusalemme vedono con forte preoccupazione la possibilità che gli iraniani riescano presto a lanciare un'arma nucleare a oltre mille chilometri di distanza.
«Bisogna fare di tutto - ha dichiarato il portavoce israeliano Avi Pazner - per evitare che l'Iran raggiunga l'atomica perché, avendo già il missile Shahab-3, porterebbe una grave minaccia alla stabilità dell'intera regione». Il Dipartimento di Stato, e lo stesso presidente americano George Bush, in più occasioni hanno ammonito l'Iran a non dotarsi di armi di distruzione di massa ma in queste ore l'attenzione di Washington è soprattutto per la data del 9 aprile, quarto anniversario delle manifestazioni di proteste degli studenti contro la teocrazia islamica. Per domani si prevedono manifestazioni e scioperi. Per favorire la mobilitazione pubblica, da domenica la tv di «Voice of America» ha iniziato a trasmettere verso l'Iran dalla sede di Washington.
Il programma in lingua farsi si chiama «News and Views» (Notizie e opinioni), dura 30 minuti e arriverà sui teleschermi iraniani ogni giorno in prima serata per tenere aggiornata la popolazione sugli eventi nel Paese. «Raccontando che cosa avviene oggi in Iran possiamo aiutare la lotta per la libertà e l'autodeterminazione di questo popolo» assicura Kenneth Y. Tomlinson, presidente del consiglio di amministrazione che sovrintende all'attività dell'emittente tv. «News and Views» non è l’unico programma tv che arriva in Iran dagli Stati Uniti. La stazione «Nitv» di Los Angeles ha avuto un grande successo durante le proteste di giugno: ha ricevuto centinaia di chiamate ed è diventato un vettore di comunicazione fra gruppi di studenti. Le autorità di Teheran nelle ultime settimane sono riuscite a disturbare le onde delle stazioni californiane e proprio per questo la «Voice of America» ha deciso di scendere in campo, con una sfida cui l'Iran ha risposto ammonendo i giovani a disertare ogni tipo di manifestazione.
Durante la preghiera del venerdì all'Università di Teheran l'ayatollah Mohammad Emam Kashani ha avvertito che ogni protesta messa in atto sarà considerata «una minaccia alla sicurezza nazionale e alla pace», ovvero «un atto di tradimento». Nel braccio di ferro nell'etere fra Washington e Teheran rientrano anche le trasmissioni radio in farsi di «Voice of America» e «Radio Farda», i cui programmi si susseguono 24 ore su 24. Teheran ha protestato in più occasioni contro le trasmissioni in arrivo dagli Stati Uniti, denunciandole come «interferenza negli affari interni» e «violazione della sovranità» ma il Dipartimento di Stato ha sempre respinto le accuse. «Crediamo che sia importante per tutti essere informati il più possibile e in questo caso stiamo facendo del nostro meglio per aiutare gli iraniani» ha dichiarato il portavoce Richard Boucher.
e dal Corriere della Sera, a pagina 15: "Gli ayatollah annunciano: «E’ pronto il missile che può colpire Israele»" di Guido Olimpio


Gli iraniani si sentono così sicuri da sbeffeggiare gli israeliani. E’ vero, ha annunciato un alto funzionario, abbiamo condotto «il test finale» il missile Shahab 3, capace di raggiungere Israele, l’Arabia Saudita e la Turchia. L’esperimento è avvenuto «diverse settimane fa» e non negli ultimi giorni, come invece avevano rivelato le autorità di Gerusalemme. «Evidentemente gli israeliani sono in ritardo nel raccogliere le informazioni - ha affermato il portavoce Hamid Asefi. - Si è trattata dell’ultima prova prima della consegna alle forze armate». Per gli esperti militari lo Shahab 3, con un raggio d’azione di 1300 chilometri, è stato sviluppato dal progetto del missile nordcoreano No Dong. Società di Pyongyang e cinesi hanno contribuito alla realizzazione fornendo la tecnologia iniziale. Al programma, secondo fonti israeliane, partecipa anche la Libia. Il colonnello Gheddafi avrebbe assicurato finanziamenti agli iraniani in cambio del prodotto finito.
Lo sviluppo dell’ordigno ha incontrato vari problemi. Prima guai ai motori, poi questioni legate al combustibile, infine la precisione. Secondo ambienti militari di Gerusalemme, il missile non è molto preciso: il margine di errore oscilla tra i due e i tre chilometri. Ma questo non diminuisce il peso strategico. In Medio Oriente gli ordigni servono come strumento di deterrenza e hanno un valore politico. Possono servire per trascinare un Paese nemico in un conflitto o condizionarne le scelte.
Se lo Shahab 3 andrà avanti, è la tesi degli analisti occidentali, Teheran potrà pensare ad altre armi. L’Iran vuole infatti dotarsi di un missile con un raggio di azione di 2 mila chilometri (Shahab 4) e uno con oltre 5 mila chilometri (la versione 5). Un disegno ambizioso che si lega alla ricerca in campo nucleare. Per gli americani e gli israeliani si tratta di una strategia inquietante, «una minaccia alla regione e agli interessi Usa». Per gli ayatollah si tratta di creare un bilanciamento davanti allo strapotere americano e all’arsenale israeliano.
Domani arriverà a Teheran Mohammed ElBaradei, il responsabile dell’Aiea, agenzia Onu per l’energia nucleare. La missione ha due obiettivi: 1) Risolvere il nodo dell’arricchimento d’uranio. 2) Ottenere la firma dell’accordo che permetterà all’Aiea ispezioni a sorpresa. Insieme a ElBaradei ci saranno anche due funzionari che dovranno condurre delle verifiche nei siti nucleari iraniani.
Nel caso che la soluzione negoziata non dovesse dare frutti, la diplomazia internazionale è pronta ad adottare misure più dure. Fonti americane non hanno escluso che i Paesi occidentali possano decidere di intercettare e sequestrare i mercantili sospettati di trasportare armi proibite. Diversi i Paesi sotto osservazione. La Cina e la Corea del Nord quali Stati fornitori. L’Iran, la Libia, lo Yemen, la Siria come Stati compratori. I traffici illegali avvengono essenzialmente tra questi Paesi, ma gli 007 sono in allerta anche in Europa per evitare l’acquisto di tecnologia soggetta a embargo.





Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT