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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
04.07.2003 I danni della propaganda
farsi saltare in aria diventa un diritto

Testata:Informazione Corretta
Autore: Ester Picciotto
Titolo: «I danni della propaganda»
Sul Corriere della Sera di giovedì 3 luglio 2003, viene riportata un'intervista fatta al padre di un terrorista suicida, più precisamente dell'ultimo terrorista suicida venuto da Betlemme, città ormai restituita dagli israeliani.
L'intervista è agghiacciante ed è riportata senza un solo commento.
L'uomo si dichiara innanzitutto orgoglioso del figlio che, a suo dire, era un "bravo ragazzo, frequentatore della moschea" e che soprattutto "odiava molto gli ebrei". Quest'ultimo punto è annoverato tra i "meriti" del giovane terrorista suicida. Inoltre il padre dichiara di essere felice del gesto del figlio, che tanto male ha fatto agli israeliani e ribadisce che, in caso di pace (per carità!) sarebbe il primo a farsi saltare in aria nelle vie di Gerusalemme.
Quest'uomo sintetizza nella sua persona una certa "banalità del male" di arendtiana memoria. Si tratta di una persona semplice, non particolarmente istruita, non particolarmente cattiva, ma che non ci vede nulla di male a "eliminare" quelli che considera i suoi nemici. E' una vittima della propaganda e suo figlio è stato una vittima di un'educazione scolastica mirata a far nascere il desiderio in un giovane, di sacrificare la propria vita pur di nuocere a israeliani ed ebrei.
A questo punto, sorgono alcune domande: quante persone del genere ci sono in Palestina? Come faranno le autorità a cambiare la mentalità della gente? Quanto tempo ci vorrà, affinché cresca una generazione che non consideri la presenza dello Stato di Israele una disgrazia?




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