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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
05.12.2023 Minacce di Erdogan a Bibi
Il commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 05 dicembre 2023
Pagina: 8
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Tank di Israele a Khan Yunis Minacce di Erdogan a Bibi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/12/2023, a pag. 8 con il titolo "Tank di Israele a Khan Yunis Minacce di Erdogan a Bibi". Il commento di Mirko Molteni.

Mirko Molteni

Erdogan: presentato ricorso alla Cpi contro israele
Erdogan e Netanyahu

L'esercito israeliano ha spostato il grosso dello sforzo terrestre nel settore Sud della Striscia di Gaza. Ieri è stato il generale Hisham Ibrahim a confermare che «i nostri obiettivi nel Nord sono stati quasi raggiunti» e che «iniziamo a espandere la manovra di terra in altre parti della Striscia». Poche ore prima, anche il nemico, cioè le brigate Ezzedine el Qassam di Hamas avevano asserito che il baricentro si sposta a Sud: «Israele ha ritirato il 70% delle truppe dal Nord di Gaza». L'epicentro è Khan Yunis, dove si nasconderebbero Yahya Sinwar e altri capi del movimento terrorista. L’esercito ha dichiarato l'autostrada Salah Ad Din «zona di battaglia», ma ha anche istituito un nuovo corridoio umanitario.
Dagli Stati Uniti il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha ribadito il “no” americano a una campagna nel Sud estesa come quella del Nord. Ma Washington «apprezza» la precisione dei recenti attacchi. Sono stati colpiti 200 obbiettivi di Hamas e la Brigata Negev ha scoperto due tunnel presso una scuola di Beit Hanoun. Un attacco aereo ha ucciso uno degli organizzatori dei massacri del 7 ottobre, Haitham Khuwajari, comandante del Battaglione Shati di Hamas. Il portavoce delle forze israeliane, Daniel Hagari, ha spiegato che il raid «è stato guidato dall'intelligence dei servizi Shin Bet e Aman».

BATTAGLIA NEI TUNNEL
Gli israeliani hanno svelato di aver schierato a Gaza anche la Brigata Kfir, specializzata nelle operazioni urbane e che ha scoperto 30 tunnel. A Gaza City l'esercito ha fatto saltare in aria la sede della Corte Suprema di Hamas, che era già stata occupata da giorni. Hamas parla di «600 morti nella Striscia» dal termine della tregua, il 1° dicembre, ma l'ONU li dimezza. L'Ufficio delle Nazioni Unite Coordinamento Affari Umanitari (Unocha), ha confermato la morte di 300 persone.
Quanto al bilancio dei militari israeliani caduti negli scontri di terra, ieri è salito a 75, dall'inizio dell'offensiva, ma il totale è di 401 comprendendo i militari uccisi nei primi scontri del 7 ottobre.
Riguardo agli ostaggi, il governo israeliano ha affermato che 15 dei 137 rapiti ancora in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza sono stati uccisi. Il capo del servizio di sicurezza ebraico Shin Bet, Ronen Bar, ha promesso di «eliminare i capi di Hamas ovunque nel mondo, dal Qatar alla Turchia», ma da Ankara i servizi segreti turchi hanno subito minacciato Israele di «gravi conseguenze» se agenti segreti ebraici agiranno in territorio turco contro esponenti palestinesi.
Il presidente turco Recep Erdogan ha accusato direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu, asserendo che «dovrebbe essere processato per essere un criminale di guerra». Ma l'unico processo in vista per Netanyahu resta quello “domestico” per corruzione, frode e abuso di potere, ripreso ieri al tribunale distrettuale di Gerusalemme. Per il “sultano” di Ankara, inoltre, «la Turchia non permetterà che la questione delle armi nucleari di Israele venga dimenticata».

IL FRONTE IRANIANO
Anche l'Iran stende le sue trame e, mentre il presidente Ebrahim Raisi invoca «una coalizione di Paesi per la Palestina», le milizie alleate, come Hezbollah libanesi e Huthi yemeniti, seguitano a sparare. Gli sciiti libanesi hanno lanciato razzi sulle basi israeliane a Misgav Amm, Margaliot, Shtula e nelle zone contese delle Fattorie di Shebaa e delle Colline di Kfar Shuba. Al che Israele ha reagito con aerei e cannoni contro il confine libanese, nelle aree di Tayr Harfa, Blida, Adayse, Kfar Kila e Yarun. Gli Huthi hanno invece lanciato nel Mar Rosso, secondo il Comando USA Centcom, «quattro attacchi con missili e droni contro tre navi mercantili». I cargo sono stati lievemente danneggiati, ma la nave da guerra americana Carney ha abbattuto tre droni nell'arco della giornata.

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