Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Charlie Hebdo contro il silenzio delle femministe Analisi di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 30 novembre 2023 Pagina: 4 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Charlie Hebdo contro le femministe a geometria variabile»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/11/2023 a pag.4, con il titolo 'Charlie Hebdo contro le femministe a geometria variabile', il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
In alto a sinistra, una vignetta che ritrae uno stupro coniugale. «On vous croit!», grida una femminista, «Vi crediamo!». In alto a destra la raffigurazione caricaturale di uno stupro di guerra, come quelli commessi dai soldati russi a Bucha ai danni delle donne ucraine. «On vous croit!», urla una militante di una Ong. In basso a sinistra, la rappresentazione di uno stupro collettivo. «On vous croit!», ripete una suffragetta, manifestando solidarietà a tutte le vittime. E in basso a destra? Una donna israeliana viene violentata da un miliziano di Hamas, ma la militante femminista si volta dall’altra parte, fischietta, fa finta di non vedere. Ci volevano l’irriverenza e lo scorrettismo di Coco, vignettista di Charlie Hebdo, per sbertucciare come si deve il mondo femminista parigino, sempre in prima fila nel denunciare le derive dell’Occidente bianco, ma curiosamente silenzioso sugli stupri delle donne israeliane da parte dei terroristi di Hamas. È un silenzio che rimbomba dallo scorso 7 ottobre, ossia da quando Hamas ha lanciato la sua offensiva contro Israele, prendendo in ostaggio anziani, bambini e donne, tantissime donne, contro le quali ha scatenato una violenza inaudita. «È un femminicidio di massa», ha denunciato Olivia Cattan, presidente del collettivo Paroles de femmes, fra le prime ad alzare la voce contro il comportamento ambiguo delle organizzazioni femministe francesi verso gli stupri di Hamas. L’episodio più increscioso è accaduto lo scorso 25 novembre. Scandendo lo slogan lanciato dall’artista Liron Kroll, #MeToo_Unless_Ur_A_Jew (“MeToo, a meno che tu sia ebrea), il collettivo francese “7 octobre” si è presentato sabato scorso alla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata da diverse associazioni femministe francesi, tra cui Nous Toutes e Grève féministe. Il risultato? Le militanti di confessione ebraica sono state allontanate ed è stato impedito loro di partecipare al corteo. «Siamo rimaste due ore a place de la Nation, protette da un cordone di Crs (i poliziotti antisommossa, ndr), mentre le altre avevano il diritto di manifestare», ha raccontato una professoressa di storia a Libération. È il femminismo a geometria variabile.
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