Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Navi Usa per fermare le armi dall’Iran Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 28 novembre 2023 Pagina: 14 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Navi Usa per fermare le armi dall’Iran»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/11/2023, a pag. 14 con il titolo "Navi Usa per fermare le armi dall’Iran", la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Fra domenica sera e ieri mattina, dopo che razzi di Hezbollah hanno colpito il confine ebraico sulle alture del Golan, Israele ha attaccato di nuovo l'aeroporto di Damasco per ostacolare l'arrivo dall'Iran, su aerei da trasporto Ilyushin Il-76 venduti da Mosca a Teheran, di nuove armi destinate alle milizie Hezbollah e alle brigate Quds presenti fra Libano e Siria. Per l'agenzia siriana SANA, un primo raid di caccia dell'aviazione israeliana ha colpito le piste dell'aeroporto della capitale siriana e una postazione di difesa aerea nella vicina Mazzeh, ferendo tre militari. Il traffico aereo civile è stato sospeso, poi ripreso. Ma ieri mattina un nuovo attacco israeliano ha spinto i siriani a chiudere ancora lo scalo. È stato l'Osservatorio Nazionale Diritti Umani in Siria a divulgare la notizia del secondo attacco nell'arco di poche ore, asserendo che i voli per Damasco sono stati dirottati su Latakia e Aleppo. Pare che il secondo raid possa essere stato effettuato con missili sparati da terra, una versione modificata del missile da crociera israeliano Delilah, lungo 2,7 m e pesante 187 kg, con testata da 30 kg d'esplosivo. Il Delilah ha una gittata di 250 km e può essere lanciato, oltre che da aerei F-16, anche da camion lanciarazzi PULS, simili agli HIMARS americani. S'infiammano anche le acque fra Mar Rosso e Oceano Indiano a causa dei ribelli yemeniti Huthi sostenuti dall'Iran. Hanno inviato 5 pirati ad arrembare la nave cargo Central Park, che incrociava nel golfo di Aden carica di acido fosforico. La nave batte bandiera liberiana, ma appartiene alla società Zodiac Maritime, legata al miliardario israeliano Eyal Ofer. L'equipaggio ha chiesto aiuto via radio a una vicina nave americana, il cacciatorpediniere Mason, grande unità classe Arleigh Burke, lunga 155 m, dislocante 9200 tonnellate e armata con missili da crociera Tomahawk. La nave USA ha fatto rotta verso il cargo e il suo arrivo ha spinto i pirati a fuggire col loro motoscafo, ma sono stati inseguiti e si sono arresi. In evidente rappresaglia intimidatoria, poco dopo, dalle coste dello Yemen occupate dagli Huthi, due missili balistici sono stati sparati sull'area di mare dove si trovavano la Mason e la Central Park. I missili yemeniti, forse del tipo Qader o Toofan, di derivazione iraniana, si sono inabissati a “10 miglia nautiche” (18 km) dalla posizione della nave americana e del cargo. Il minaccioso lancio yemenita ricorda vagamente i due missili Scud inviati da Gheddafi nel 1986 nelle acque di Lampedusa. Resta sequestrata nel porto yemenita di Hodeidah, coi suoi 25 marinai, la petroliera Galaxy Leader, catturata dagli Huthi con un elicottero il 18 novembre, sembra con l'aiuto della nave-spia iraniana Behshad.
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