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Libero Rassegna Stampa
26.11.2023 Quel burqa calato sulle loro coscienze
Analisi di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 26 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Quel burqa calato sulle coscienze»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/11/2023, a pag.1 con il titolo "Quel burqa calato sulle coscienze" il commento di Mario Sechi.

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Mario Sechi

Corteo Non una di meno, cade la maschera:

L’Occidente ha un virus interno che lo sta divorando. Non amiamo più la libertà perché non abbiamo l’esperienza della tirannia, tra i leader del G20, solo Joe Biden ha vissuto la Guerra Fredda. Le dittature possono contare su un grande alleato, le nostre democrazie deboli. L’Asia di Confucio e il Vicino Oriente di Maometto non hanno bisogno di combattere, la fine avverrà per gioiosa e tremenda implosione dei cervelli inattivi. La nostra battaglia culturale è impari, forse perdente, perché non può essere compresa senza avere la cognizione del dolore. Nessuno di noi ha visto la guerra, la tradizione orale del tramandare si è interrotta con la scomparsa degli uomini e delle donne che hanno ricostruito l’Italia, è l’eco dei racconti di mia nonna, grazie a lei ho sentito e visto il tuono delle bombe, la paura e l’estrema povertà del dopoguerra. Si chiama memoria, sta svanendo. Ci sarebbe la scuola, ma guardate cosa alleva... i bambini escono dalle elementari (che miracolosamente reggono, eroiche maestre) per finire nel girone dei cazzari delle scuole superiori e dell’università dove ti insegnano a stare nel gregge. Deviare dal percorso di deformazione adolescenziale significa rischiare l’emarginazione, vivere con l’indice puntato. Così è diventato normale sostenere la cancellazione di Israele, qualificato come la minaccia e non uno Stato minacciato, è routine sputare sull’ordine liberale che ti rende libero, attaccare il principio della responsabilità personale, innalzare il “patriarcato” a arma di distruzione di massa, calpestare la regola della maggioranza. Confusione, disordine, scemenze, è la nuova Babele. La dissociazione della piazza femminista dalla realtà di Hamas, il silenzio sullo scempio che gli uomini di Gaza fanno della donna, è il burqa sulla coscienza dell’Occidente, sono il fanatismo e l’ignoranza alimentati da un potente istinto di autodistruzione. Che in questo videogame islamista sia finito il Partito democratico non deve sorprendere, è l’accelerazione della crisi, la piazza pazza. Si tace sulla caccia alla donna ebrea, sullo stupro, sull’assassinio, sulla tortura. Ho visto le immagini più crude dell’assalto delle belve di Hamas, il male assoluto. E ho visto il nuovo femminismo usare una vicenda di cronaca e trasformarla in una punizione di massa pensando di trarne vantaggio politico: contro il governo Meloni, contro Israele, con Gaza. A nessuno viene in mente che Gaza sia il luogo dove lo stupro di una donna ebrea, occidentale, veniva applaudito, era una festa. Non bisogna sottovalutare nulla, perché è nell’assurdo che s’annidano gli incubi. Disfatta la borghesia, trionfante l’analfabeta, oggi domina il cretino idrofobo. Non fa ridere, è pericoloso, è un kamikaze con il cervello imbottito di odio.

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