Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Albanese contro Gerusalemme Commento di Francesco Specchia
Testata: Libero Data: 24 novembre 2023 Pagina: 1 Autore: Francesco Specchia Titolo: «Chieste le dimissioni»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/11/2023, a pag.1 con il titolo "Chieste le dimissioni", il commento di Francesco Specchia.
Francesca Albanese
Dimissioni, dimissioni. E, alla fine, siamo arrivati alla inevitabile, estenuata richiesta di dimissioni per Francesca Albanese. «Special rapporteur» preferita per cuori antisemiti, palafreniera di Gaza baciata da innaturale fama televisiva, «relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati», la dottoressa è Albanese la donna che girella il mondo a dipingere gli israeliani come volenterosi della Hitler-Jugend. Hiller Neuer, il direttore esecutivo di Un Watch –l’organizzazione che monitora le azioni dell’Onu, spesso sbilenche rispetto alla sua Carta- in una lettera rivolta al segretario generale Antonio Guterres chiede della signora l’«immediata rimozione» dal ruolo. E questo perché «il suo recente viaggio in Australia come relatrice speciale è stato finanziato da noti gruppi di pressione palestinesi in quel Paese, l’Associazione australiana degli Amici della Palestina e l’Australia Palestine Advocacy Network, oltre a Free Palestine Melbourne e Palestinian Christians in Australia». E questo, sempre secondo Un Watch, violerebbe l’articolo 3 del codice di condotta previsto dalle procedure speciali del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a cui devono attenersi tutti gli «esperti indipendenti» di diritti umani che lavorano per l’organizzazione. Il primo comma del suddetto articolo prescrive infatti di «agire in maniera indipendente», «liberi da qualsiasi tipo di influenza estranea, incitamento, pressione, minaccia o interferenza, diretta o indiretta, da parte di qualsiasi soggetto, sia esso parte in causa o meno, per qualsiasi motivo». Ecco. Albanese avrebbe qualche problemino con l’imparzialità (tra l’altro è la stessa accusa già mossagli qualche settimana fa a causa dell’incarico di consulenza del marito a sostegno dell’Autorità Palestinese). Per inciso, nel suo famigerato viaggio australiano, l’inviata avrebbe ribadito l’intento israeliano di «spazzare via Gaza e i suoi abitantI». Un discorso, il suo, assai infiammato e poco consono al ruolo di inviato terzo dell’Onu; roba che ha fatto sobbalzare anche il giornalista del Guardian Daniel Hurst nel chiederle spiegazioni sul concetto di «dominio» di Gerusalemme. Albanese, piccata col cronista, ha insistito, invece, sui concetti di «regime di apartheid» e di «inesistente diritto alla difesa» di Israele stessa. Neier, nella sua relazione, ha riportato altre amenità dialettiche dell’Albanese, alla quale dev’essere scappata un po’ la frizione: «L’America è soggiogata dalla lobby ebraica», «Hamas (considerato dal consesso internazionale gruppo terroristico, ndr) ha il diritto di resistere». Da lì la richiesto ufficialmente al Segretario Onu Guterres di, appunto, dimissionarla. Dal canto suo Albanese smentisce tutto “via X”: «Ancora un’altra scia di affermazioni vergognosamente false mi dà fastidio. Il mio viaggio in Australia è stato pagato dalle Nazioni Unite come parte delle attività del mio mandato. La continua diffamazione contro il mio mandato potrà essere ben remunerata, ma non funzionerà. È solo una perdita di tempo che dovrebbe essere utilizzato per contribuire a fermare la violenza nei Territori Palestinesi Occupati». Smentito il finanziamento, non emerge alcuna parola a commento dei contenuti ferocemente antiebraici delle nostra. La Nazioni Unite non commentano, as usual...
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