Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Moschee senza propaganda del terrorismo Intervista all'imam Palazzi
Testata: L'Opinione Data: 17 giugno 2003 Pagina: 1 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Serve una legge che mandi in galera chi istiga al terrorismo suicida»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su L'Opinione martedì 17 giugno 2003. Il più è stato fatto , dice Shayk Abdul Hadi Palazzi all'"Opinione", commentando soddisfatto la rimozione dell'imam estremista della moschea di Roma. Ma ora perchè la lezione serva da monito agli altri, a cominciare dagli ambigui predicatori dell'Ucoii, occorrerebbe che anche il legislatore faccia la sua parte: prevedere come reato (e punirlo gravemente) l'incitamento religioso a commettere atti di terrorismo, alla cosiddetta "guerra santa" o jihad che dir si voglia e il giustificazionismo con appelli all'emulazione per l'operato dei martiri suicidi in Israele o ovunque nel mondo.
Palazzi, l'imam che incita al terrorismo e all'odio contro gli ebrei è stato destituito entro pochi giorni. E' soddisfatto del risultato?
"L'epilogo della vicenda è estremamente positivo. La tempestività con cui il Cicdi ha provveduto alla destituzione di un imam che incita alla violenza ed all'odio etnico va senz'altro lodata. Va però aggiunto che, se si è giunti in tempi così rapidi ad una decisione in merito, ciò dipende essenzialmente da due fattori. Da un lato la ferma presa di posizione del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, e dall'altra la mobilitazione dei musulmani moderati, non disposti a transigere sulle posizioni fanatiche ed estremiste di un predicatore filo-terrorista con cui non vogliamo avere nulla in comune. Si tratta di una vittoria materiale e morale, che è il frutto dell'accordo fra le Istituzioni e le organizzazioni islamiche moderate, un valido precedente nell'azione di contenimento e contrasto dell'estremismo militante."
C'è dunque un aspetto positivo anche in questa vicenda?
"Quanto accaduto ha senz'altro contribuito a fare chiarezza circa la natura e l'orientamento delle organizzazioni che vogliono rappresentare l'Islam in Italia. Mentre l'Ami ha chiesto la destituzione dell'imam e la sua eventuale espulsione dall'Italia, mentre la sezione italiana della Lega mondiale musulmana (Lmm) e la Comunità religiosa islamica (Coreis) hanno convenuto che i toni della predica di Abdel Samie Mohammad Ibrahim Moussa erano inaccettabili, la cosiddetta Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii), cioè l'interfaccia italiana della setta dei "fratelli musulmani", ha apertamente difeso l'imam filo-terrorista e se l'è presa col giornalista Magdi Allam, "colpevole" di aver tradotto in italiano ciò che l'imam ha detto in arabo. La maschera di pseudo-moderatismo che quella organizzazione integralista si era creata è caduta da sola."
Si tratta dunque di un passo avanti verso la soluzione del problema della propaganda al terrorismo nelle moschee italiane?
"Lo è, almeno per quel che attiene alla grande moschea di Roma. C'è però altra strada da percorrere. Non bisogna dimenticare che ancor oggi la stragrande maggioranza delle moschee e delle sale di preghiera è in Italia controllata dalla rete dei "fratelli musulmani", e che quella setta almeno teoricamente legittima il terrorismo suicida. Certo, approvano le azioni di terrorismo in Israele o in Cecenia, ma dicono di non volerle estendere all'Italia. Questo non basta e non può bastare."
Cos'altro servirebbe?
"Servirebbe innanzitutto che le organizzazioni islamiche moderate collaborassero con il Viminale nell'identificare e neutralizzare i propagatori dell'ideologia del terrorismo. Questo sta già avvenendo. Oltre all'impegno dell'esecutivo però, servirebbe anche quello del legislatore. Servirebbe cioè una legge che configurasse in modo specifico l'apologia del terrorismo suicida come reato, e il farlo abusando di qualifiche religiose o nei luoghi di culto come aggravante." Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di L'Opinione. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.