Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Illusione visionaria o lucida analisi? Estratti da " Lettera ad un amico arabo"
Testata:Informazione Corretta Autore: la redazione Titolo: «Illusione visionaria o lucida analisi?»
Vogliamo onorare i morti di Gerusalemme, che accomunano il popolo d'Israele e gli ebrei del mondo intero nel lutto e nel consapevole dolore di chi viene privato di una speranza, con alcuni brani di uno scritto che l'autore aveva intitolato "Lettera ad un amico arabo". Vogliamo che questo messaggio arrivi a scalfire i cuori aridi che sanno solo seminare morte. Vogliamo che essi non privino più della speranza i bambini d'Israele.
"Ieri ci siamo incontrati nuovamente a Mahanè Yehudà, dopo l'esplosione della bomba che ha distrutto un intero quartiere, ha ucciso 12 persone e ne ha ferite molte altre. I nostri sguardi si sono incrociati, ardendo della medesima ansia. Io temevo di trovare il volto familiare di una donna, un bimbo o qualche amico fra i corpi carbonizzati....La catena di violenza si è messa in movimento ...
Senza dubbio, ebrei ed arabi beneficiano ora della nuova situazione della città riunificata che vive una prosperità senza precedenti nei suoi 3.000 anni di storia. La città è tornata alla vita perché sono cadute le barriere che la dividevano....In una sola notte di sangue e fuoco ci hanno strappati dal nostro letargo ed insieme comprendiamo l'urgenza del nostro destino...Per la prima volta, la storia di Gerusalemme dipende da noi, e non dai greci, romani, bizantini od arabi; non dai crociati, seleucidi o turchi; non dagli egiziani, iracheni, siriani o libanesi, ma solo da noi.
Noi siamo i figli legittimi di questa terra; tu, il palestinese profondamente radicato nella terra di questa città ed io, l'israeliano che pone fine al sua vagare per il mondo. Entrambi affrontiamo l'orrore della violenza...
Questa è la terra in cui la bellezza del luogo e quella dell'umanità si dispiegano nella loro dimensione più eroica e nella loro forma più pura...
Potrà l'amicizia che ci unisce dalla nostra gioventù consentirmi di avanzare di un passo e dirti che a mio parere il sionismo e l'arabismo, che si confrontano con tanta violenza, traggono origine dalle medesime motivazioni, hanno strutture identiche, seguono le medesime mutazioni e perseguono gli stessi scopi? Questo è il nodo della questione...
Per 50 anni ebrei ed arabi si sono disputati, brandendoli, i diritti che essi insistevano a pretendere sulla Terra Santa. "Terra araba" dicevano costoro; "Terra ebrea" rispondevamo noi.. ...Ad ogni argomentazione araba gli ebrei danno dieci risposte; per ognuna di esse una mente sottile potrà trovare cento repliche, alle quali si potranno opporre mille ragioni, e così di seguito.
Nessuna razionalizzazione potrà modificare la tragica realtà del nostro conflitto...Il nostro dilemma consiste in primo luogo nello scegliere fra la via della vita o della morte; se riusciamo a resistere alla tentazione del nichilismo ed alle pressioni di quanti vorrebbero costringerci in quella direzione, dovremo definire le condizioni della nostra sopravvivenza semplicemente per poter esistere....L'essenziale radica nella nostra volontà la necessità di resistere all'attrazione della morte e di imporci, a noi stessi ed al mondo, la debole possibilità di sopravvivere, di salvarci.
La pace ci salverà da tutto ciò che ci distrugge e disonora...dobbiamo costruire pazientemente questa pace che ci proteggerà e costituirà una salvaguardia per noi ed una benedizione inimmaginabile per il mondo intero. La Bibbia promise ad Abramo: "Nel tuo seme saranno benedette le nazioni della terra"....
Questa "lettera" è stata scritta nel 1969 da André Chouraqui, nato in Algeria ed immigrato in Israele nel 1957, la cui autorevolezza di studioso della Bibbia e del Corano è riconosciuta in tutto il mondo.
La sua drammatica attualità è visibile nelle cronache di oggi, ma il suo senso la trascende.