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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.06.2003 Un rappresentante che non rappresenta più nessuno
Un intervista inutile a Nemer Hammad, rappresentante del terrorista Arafat

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 giugno 2003
Pagina: 3
Autore: Marco Galluzzo
Titolo: «Berlusconi a Gerusalemme «Un vero amico»»
Riportiamo integralmente l'articolo di Marco Galluzzo, inviato in Israele al seguito del Presidente del consiglio, pubblicato sul Corriere della Sera lunedì 9 giugno 2003.
«E' la visita di uno dei migliori amici di Israele in Europa. Chiederemo all'Italia che ci aiuti nel processo di pace e credo che Abu Mazen debba essere incoraggiato nella sua scelta negoziale, soprattutto di fronte a terroristi che vogliono sabotare il processo di pace».
Le parole di Avi Pazner, ex ambasciatore d'Israele in Italia, oggi portavoce di Sharon, definiscono in modo chiarissimo il senso della visita del presidente del Consiglio e le attese da parte del governo israeliano. Silvio Berlusconi oggi arriverà a Gerusalemme per la prima volta da quando è premier, a meno di un mese dall'assunzione della presidenza di turno del Consiglio europeo, pochi giorni dopo la partenza dal Medio Oriente di George Bush e l'avvio di un nuovo processo negoziale fra palestinesi e israeliani.
La visita era programmata da tempo, ma si dilaterà sino a toccare le capitali di Giordania ed Egitto. In missione anche per conto della Casa Bianca, come ha lui stesso voluto sottolineare, il presidente del Consiglio inaugurerà un ruolo che gli Stati Uniti e la stessa road map gli attribuiscono, come imminente presidente di turno della Ue.
Ma se dal governo israeliano sarà ricevuto incassando i crediti maturati nel recente passato, non lo stesso si può dire per l’Autorità palestinese. In forse sino a ieri sera, l’incontro fra Berlusconi e Abu Mazen potrebbe sfumare. Lo dà per escluso il delegato generale palestinese in Italia, Nemer Hammad, precisando che l'Anp ha detto «chiaramente» al presidente del Consiglio che per incontrare Abu Mazen dovrebbe incontrare anche Arafat. Al momento quindi, secondo le indicazioni palestinesi e conferme venute da parte israeliana, Berlusconi ritornerà in Italia senza aver colloqui né con Arafat né con Abu Mazen.
«Così comincia male la presidenza di turno italiana dell'Ue perché - ha aggiunto ieri Hammad - l'Europa ha preso la posizione di incontrare anche Arafat e l'Italia è il primo Paese che fa la scelta di non incontrarlo». Una scelta opposta a quella compiuta sia dal rappresentante della politica estera europea, Javier Solana, che dal ministro degli esteri francese Dominique de Villepin. Entrambi hanno scelto di vedere Arafat e di vedersi chiudere la porta da Sharon. Berlusconi sembra avere optato per il contrario.
Perchè dare ancora rilievo ad una figura come Nemer Hammad? Il portavoce di Arafat non è più in linea con il nuovo governo palestinese.
L'opinione che esprime in sostegno di Arafat va contro il percorso della Road Map: che bisogno c'era di riportarla? Forse era più giusto augurarsi che Nemer Hammad fosse rinviato in Palestina e sostituito da qualcuno più adatto a quell'incarico.

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