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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2003 Road Map: resoconto dettagliato
Sharon, una analisi del governo israeliano

Testata:Informazione Corretta
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Road Map, resoconto dettagliato»
Le informazioni che la stampa ha fornito a proposito del secondo colloquio fra i primi ministri israeliano e palestinese sono purtroppo state molto sintetiche, benché fosse in gioco il concreto avvio di un percorso lungo difficile ed irto di ostacoli come quello previsto dalla Road Map. Riteniamo pertanto di fare cosa utile integrando queste scarne notizie con la relazione completa (per quanto nota) della posizione israeliana esposta nel corso del colloquio, e già in parte attuata nella notte fra sabato 31 maggio e domenica 1 giugno.

Innanzi tutto, va notato che Abu Mazen era accompagnato dai ministri Nabil Shaath e Mahmud Dahlan, e che l' incontro è durato due ore e mezza.

La richiesta israeliana di fermare il terrorismo era corredata da alcune specificazioni suo passi da compiere: lo smantellamento delle organizzazioni terroristiche, l' arresto dei terroristi, la confisca delle armi illegali, la fine dell' incitamento all' odio, la creazione di una atmosfera di pace.

Secondo Sharon, solamente gli sforzi reali per sradicare il terrorismo potranno condurre alla pace.

Ribadendo quanto aveva già detto nel suo primo incontro con Abu Mazen, Sharon ha offerto un immediato ridispiegamento delle forze di sicurezza israeliane sia nella Striscia di Gaza che in Giudea e Samaria, in misura tale da consentire alle forze di sicurezza palestinesi di assumersi la piena responsabilità della sicurezza in queste aree, dando loro la possibilità reale di fermare il terrorismo. La riduzione della presenza dell' esercito israeliano ed il ritiro dai centri abitati palestinesi farebbero parte del progetto.

Sharon ha anche chiarito che se da quelle aree provenissero serie e concrete minacce alle vite dei cittadini israeliani e le autorità palestinesi non facessero nulla per prevenire ed impedire l' attuarsi di queste minacce, l' esercito israeliano agirebbe per prevenire il pericolo.

Sharon ha anche annunciato una vasta revisione delle liste dei prigionieri palestinesi per poterne rilasciare quanti possibile. Altre misure, contenuto in una lunga lista sottoposta da Sharon ai palestinesi, hanno lo scopo di consentire migliori condizioni di vita ai cittadini palestinesi, incrementare i loro commerci e sostenere lo sviluppo della loro economia.

Eccone un parziale elenco: rimuovere la chiusura della Striscia di Gaza, della Giudea e della Samaria, garantire permessi di transito permanenti ai funzionari e rappresentanti palestinesi inclusi in una lista ricevuta da Abu Mazen, procedere ad una revisione completa delle liste dei prigionieri, rilasciando subito 100 detenuti amministrativi, rilasciare subito Tiysar Chaled ed Abu Sukar come richiesto dalle autorità palestinesi, aumentare i trasferimenti di tasse all' Autorità Palestinese di 150 milioni di shekel al mese, fornire posti e permessi di lavoro a 10.000 palestinesi di Giudea e Samaria e 15.000 di Gaza, consentire il pernottamento in Israele a 2.000 lavoratori palestinesi, portare ad 8.000 i permessi di transito per motivi di affari.

Sharon ha chiarito che le misure israeliane di alleggerimento della situazione del popolo palestinese aumenteranno con il miglioramento delle condizioni di sicurezza, e che anche Israele desidera che la popolazione palestinese senta concretamente i benefici di questi cambiamenti.

Se l' Autorità Palestinese intraprenderà una concreta azione per fermare il terrorismo e la violenza, Israele avvierà senza indugio le trattative politiche per la costituzione di uno stato palestinese provvisorio, dal quale poi scaturisca uno stato permanente.

Il dialogo continuerà con incontri tecnici a diversi livelli, ed il procedere delle trattative verrà verificato su basi politiche dai due primi ministri.




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