Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Camera Usa abbandona Zelensky Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 22 settembre 2023 Pagina: 16 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Biden a Zelensky: 'Vi armiamo ancora'. Ma i repubblicani aprono la fronda»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/09/2023, a pag. 16, con il titolo "Biden a Zelensky: 'Vi armiamo ancora'. Ma i repubblicani aprono la fronda" la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Volodymyr Zelensky
NEW YORK — Niente missili a lungo raggio, almeno per ora, nonostante un nuovo pacchetto di forniture militari da 325 milioni di dollari, e niente discorso alle Camere in seduta congiunta, perché i repubblicani restano scettici su durata e dimensioni dell’impegno americano al fianco dell’Ucraina invasa dalla Russia. La missione di ieri a Washington del presidente Volodymyr Zelensky è stata importante, perché gli ha consentito di fare nuove pressioni sugli Usa, avvertendoli che «se non riceveremo i vostri aiuti perderemo la guerra». Però ha anche messo in evidenza tutti i problemi che minacciano di deragliare la resistenza all’aggressione ordinata da Putin, mentre la controffensiva fatica a raggiungere i suoi obiettivi, alimentando le discussioni sulla necessità di rilanciare le iniziative per trovare una soluzione diplomatica. Reduce dalla visita all’Onu, per l’intervento all’Assemblea Generale e la sfida in Consiglio di Sicurezza contro il ministro degli Esteri russo Lavrov, ieri Zelensky è volato a Washington per andare al Congresso, al Pentagono e alla Casa Bianca. Dunque un’accoglienza al massimo livello, per confermare il sostegno degli Stati Uniti, ricevere nuovi aiuti e discutere lo stato della guerra per aggiornare la strategia. Il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha anticipato ai giornalisti che il nuovo pacchetto da 325 milioni di dollari contiene «significative difese aeree », per proteggere le città e aiutare la controffensiva. Oltre alle munizioni da 155 millimetri per gli obici Howitzer, ci sono bombe a grappolo, difese aeree a corto raggio Avenger, armi anti carro Tow e AT4, Javelin, razzi Gmlrs e Himars. Mancano però gli Atacms, ossia i missili a lungo raggio che Kiev chiede da tempo per colpire le retrovie russe, i centri logistici, e le basi in Crimea. Sullivan ha detto che la possibilità di fornirli resta sul tavolo, ma non ora, perché Washington teme ancora che vengano usati per attaccare il territorio di Mosca e allargare il conflitto. Al Congresso Zelensky ha ricevuto appoggio pieno al Senato, ma alla Camera lo Speaker McCarthy ha le mani legate dalla fronda dei deputati più estremisti che lo ricattano per tagliare le spese, inclusi gli aiuti all’Ucraina, seguendo le indicazioni di Trump. Il Gop è spaccato, non trova l’accordo sulla legge di bilancio generale per evitare lo shutdown delle attività statali, e quindi McCarthy è costretto a dire che non firmerà assegni in bianco, avvertendo che i 24 miliardi di assistenza a Kiev chiesti da Biden dovranno essereapprovati separatamente e in base al loro merito. Al Pentagono invece Zelensky ha fatto il punto sull’andamento della guerra e come accelerare i risultati della controffensiva. Alla Casa Bianca poi ha fatto un bilancio complessivo, ma il presidente gli ha chiesto di discutere anche gli scenari per mettere fine alla guerra con una soluzione diplomatica.