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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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La Repubblica Rassegna Stampa
12.08.2023 Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile
Analisi di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 12 agosto 2023
Pagina: 12
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Mani pulite, a Kiev Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/08/2023, a pag. 12, con il titolo “Mani pulite, a Kiev Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile” l'analisi di Paolo Brera.

Mitobiografia di Volodymyr Zelensky | Fata Morgana WEB
Volodymyr Zelensky

ODESSA — «Se non vogliono essere cacciati, vadano al fronte», banda di corrotti. Il presidente Zelensky è uscito dal Consiglio di sicurezza nazionale con una decisione che lascia il Paese a bocca aperta: «Congediamo tutti i responsabili dei distretti militari». A casa i reclutatori che non reclutano, gli equilibristi della mazzetta, gli azzeccagarbugli dei centri di mobilitazione che in cambio di una piccola dote — una decina di migliaia di dollari, si dice sui social informati — ti trovano il cavillo per aggirare il precetto. Un permesso a lasciare il Paese anche se sei maschio e abile alla guerra, l’acciacco giusto, la condizione invalidante, i troppi figli o gli studi da completare anche se hai pessimi voti. C’è un’Ucraina pronta all’eroismo delle barricate ma c’è anche chi «grazie no». Chi si presenta volontario e chi fugge a gambe levate. E poi ci sono loro, gli ufficiali militari, gli uomini dei distretti che gestiscono i reclutamenti che colpiscono a caso come le bombe a grappolo: passeggi per strada e fai caos con gli amici? Eccoti la cartolina. Fai tardi a ballare? Reclutato. Sei nel club dei vip a bere? Nessuno ti disturberà. Vecchi vizi di una società post sovietica, la corruzione era l’olio del motore. Ma ora lo scandalo rimbalza sui social e sui canali d’informazione online, aggira il controllo ufficiale dell’informazione a reti unificate e fa infuriare chi è al fronte con l’anima in mano e chi ha perso una gamba, un marito o una figlia. «Ci sono già 112 procedimenti penali — spiega il comunicato del presidente — contro funzionari dei distretti militari, e 33 sospetti. Congediamo tutti i Comitati militari regionali. Servono persone che sanno cos’è la guerra e perché il cinismo e la corruzione sono tradimento». Al loro posto andranno «i soldati che sono già stati al fronte o non possono stare in trincea perché feriti, o hanno perso gli arti ma conservato la dignità: è a loro che ci si può affidare». Li sceglierà il capo delle Forze armate, il generale Zaluzhny. E prima di nominarli «ci sarà un’ispezione da parte della Sbu», i servizi segreti. Non è un fulmine a ciel sereno, la decisione viene da lontano, da una serie di scandali che più indigesti non si può in un Paese che resiste da un anno e mezzo a un’invasione. Non che non siano abituati agli scandali, a Kiev e dintorni. Ma quando è troppo è troppo: i 3,7 milioni di euro della villa a Marbella comprata dal capo del Distretto militare di Odessa, Yevgen Borysov, mentre si piangevano le fosse comuni di Bucha (e una supercar, e l’ufficio da due milioni di euro per la moglie), erano troppo: 260 anni del suo stipendio. Lo scoprì il giornalista investigativo Igor Moseychuk, ex deputato ed ex vice comandante di Azov: «Casi come quello — dice a Repubblica — o lo scandalo degli acquisti a prezzi gonfiati per le forniture della Difesa scoperti dai giornalisti diNashi groshi ,o gli appalti allo Stato con enormi otkaty (mazzette), sono odiosi. Fui io a invitare il Comando militare a spedirli tutti al fronte, e a sostituirli con ufficiali di combattimento feriti». Ma anche ora che il Presidente ha scoperchiato la pentola continua il tintinnio delle manette: Hryhoriy Melnychenko, capo del Consiglio di Belgorod-Dniester, ha preso un motoscafo dello Stato da 60mila euro, con tanto di auto rimorchio. E l’ultima scoperta di Moseychuk sono «le 4.900 giacche e pantaloni militari per 142mila dollari diventati 421mila, con le mimetiche “antivento invernali” passate da 29 a 86 dollari l’una ». E che dire di Yuriy Bugla, membro della Commissione elettorale centrale, volato con famiglia a Miami, in Florida, con stipendio pubblico (1,5 mln di grivne)? Lo hanno scoperto «grazie ai social della moglie». E le decine di ettari comprate dal commissario militare di Yuzhnoye, Igor Smirnov, sul Mar Nero? Ma qualcuno storce il naso, per le epurazioni tardive. «Erano i nostri Schindler, ci salvavano dalla morte al fronte», scrivono in una chat Telegram su come evitare la mobilitazione. D’altronde «chi è in trincea da un anno e mezzo ha bisogno di riposo, devono essere mobilitati centinaia di migliaia di uomini», avverte Taras Chmut della Come back alive foundation . E il direttore dell’Istituto ucraino di Politica, Ruslan Bortnik, ammonisce: «Il ministero delle Finanze e i due corpi anti corruzione, che ci costano ciascuno cento milioni di dollari l’anno, dicono che la situazione è migliorata. Non direi: nessun super corruttore è in galera. Nessun ministro, nessun parlamentare, nessuno del cerchio di Zelensky. Le indagini sono sempre su livelli medi o bassi, è questa la firmadella Presidenza».

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